Usa, Pompeo: “Le rivendicazioni di Pechino sono illegali”

Mike Pompeo, il segretario di Stato americano, ha dichiarato che le rivendicazioni di Pechino sul Mar cinese meridionale sono completamente illegali

Mike Pompeo
 (Photo by TOM BRENNER / POOL / AFP) (Photo by TOM BRENNER/POOL/AFP via Getty Images)

Il segretario di Stato americano Mike Pompeo ha dichiarato che “le rivendicazioni di Pechino sul Mar cinese meridionale sono completamente illegali, così come lo è la sua campagna di bullismo per il controllo”.

Pompeo prosegue inoltre dicendo che gli Stati Uniti difendono un Indo-Pacifico libero e aperto. “Oggi stiamo rafforzando la politica degli Stati Uniti in una parte vitale e controversa di quella regione: il Mar Cinese Meridionale. Per essere chiari: le rivendicazioni di Pechino sulle risorse offshore in gran parte del Mar Cinese Meridionale sono illegali”.

Chiarisce Pompeo ciò che accade nel Mar Cinese Meridionale ha lo scopo di preservare la pace e la stabilità, di difendere la libertà dei mari in modo coerente con il diritto internazionale, di mantenere il flusso commerciale senza ostacoli e di opporsi a qualsiasi tentativo di usare la coercizione o la forza per risolvere le controversie. “Condividiamo questi interessi profondi e duraturi con i nostri numerosi alleati e partner che hanno a lungo appoggiato un ordine internazionale basato sulle regole”, prosegue la nota del dipartimento di Stato.”

Ciò che rivendica la Cina è la maggior parte della regione ed ha costruito delle basi militari sulle isole artificiali. Ma Taiwan, Filippine, Brunei, Malesia e Vietnam hanno contestato il territorio del Mar Cinese Meridionale per secoli, ma negli ultimi anni la tensione è cresciuta molto.

Pompeo conclude con queste affermazioni: “questi interessi sono stati minacciati in un modo che non ha precedenti dalla Repubblica popolar cinese. Pechino utilizza l’intimidazione per minare i diritti degli Stati costieri del sud-est asiatico nel Mar Cinese Meridionale. L’approccio di Pechino è stato chiaro da ormai anni. Nel 2010 il ministro degli Esteri della Repubblica Popolare Cinese Yang Jiechi disse ai suoi omologhi dell’Asean che la Cina è un grande Paese e altri Paesi sono piccoli Paesi, e questo è solo un dato di fatto. La visione predatrice della Rpc non può farsi spazio nel 21esimo secolo.”

I rischi

Fino a questo momento gli Stati Uniti non hanno preso parte ai contrasti territoriali nel Mar Cinese Meridionale. Questi annunciarono la loro presa di parte quattro anni dopo quando il tribunale dell’Aja decretò che le rivendicazioni della Cina nella regione non avevano basi legali.

Qualche giorno fa sia la Cina che gli Stati Uniti hanno tenuto esercitazioni navali nella regione, un evento non all’ordine del giorno che sta ad indicare tensioni in crescita. Recentemente inoltre, Washington ha criticato Pechino sulla gestione della pandemia, sulle violazioni dei diritti umani contro le minoranze musulmane nello Xinjiang e sulla modalità di gestione delle proteste a favore della democrazia a Hong Kong. Tornando sulla questione territoriale si può concludere che tra le scogliere all’apparenza prive di senso aumenta il rischio di conflitti militari tra i due paesi più potenti al mondo.

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