Thyssenkrupp, uno dei manager condannati fa ricorso

Harald Espenhahn, uno dei due manager tedeschi condannati per il rogo Thyssenkrupp, ha dato l’annuncio. Intanto le famiglie insorgono: “Il processo sta diventando una barzelletta”.

Harald Espenhahn thyssenkrupp

Si arricchisce di un nuovo e poco edificante particolare, la vicenda relativa al rogo della Thyssenkrupp di Torino. Harald Espenhahn, uno dei due manager tedeschi che hanno ricevuto la condanna per l’episodio avvenuto nel 2007, ha fatto ricorso proprio contro la sentenza che lo riguarda. Proprio nel giorno in cui avrebbe dovuto iniziare a scontare la sua pena, Espenhahn si è rivolto alla Corte costituzionale federale tedesca. La sua pena, proprio per questo ricorso perpetrato, è stata sospesa. Così uno dei manager condannati per il rogo Thyssenkrupp, resta per il momento in libertà.

La corte costituzionale federale tedesca si è riservata la possibilità di prendere la decisione sul ricorso. E di conseguenza, sulla pena che Espenhahn dovrà scontare. La sospensione della pena avrà una durata massima di sei mesi. D’altro canto c’è il secondo manager Thyssenkrupp condannato, Gerald Priegnitz, che a differenza del suo collega ha iniziato a scontare i cinque anni di pena ricevuta in Italia. Come abbiamo detto, entro la giornata di ieri sarebbe dovuto avvenire il trasferimento in carcere di Espenhahn. Trasferimento che, però, non è avvenuto.

Il manager della Thyssenkrupp, come riportano i media tedeschi, avrebbe lamentato la violazione del principio del “giusto processo”. Inoltre Espenhahn sostiene di non aver potuto ricorrere al diritto al contraddittorio. Il motivo è presto detto: durante il processo in cui lui e Priegnitz sono stati condannati, mancava la traduzione dall’italiano al tedesco di alcuni documenti. Secondo il manager, inoltre, “la condanna non ha fornito prove di una concreta negligenza individuale”. Per questo motivo il suo ricorso è stato accolto, e la sua traduzione in cella rimandata.

Harald Espenhahn
Harald Espenhahn – meteoweek.com

E non potevano mancare le reazioni, cariche di rabbia e di ulteriore dolore, delle famiglie dei sette operai della Thyssenkrupp morti nel rogo. Rosina Platì, madre di uno di loro, urla la sua frustrazione: “È un’offesa ai nostri figli e per l’Italia. Vogliamo che il governo e la sindaca di Torino ci accompagnino in Germania. È una barzelletta: ogni volta ci dicono che è l’ultimo ricorso, invece… Abbiamo scritto al ministro Bonafede. Pretendiamo risposte anche dal governo italiano”.

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Si è espresso in queste ore, in tal senso, anche Massimiliano Quirico. Il direttore di Sicurezza e Lavoro, che ha riportato la notizia del ricorso presentato da Espenhahn, ha fatto capire quanto sia degradante ricevere e rilanciare questo genere di notizie e di sentenze. “Dopo due appelli e due sentenze di Cassazione in Italia, una serie di ricorsi in Germania e le rassicurazioni che ci hanno dato a Palazzo Chigi lo stesso premier Conte e il ministro Bonafede, la notizia ha il sapore di un ulteriore insulto alla giustizia e al popolo italiano”.

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