Conte ritrova la maggioranza giallorossa. Per il momento.

Partito Democratico e Movimento 5 Stelle fanno fronte compatto a sostegno del premier. Conte può contare sull’appoggio dei suoi alleati, soprattutto nella battaglia per ottenere i fondi Ue. Ma il pericolo è dietro l’angolo.

conte

All’improvviso, Giuseppe Conte si ritrova a non essere più solo. O comunque a non avere solo una parte di quelli che lui credeva fossero alleati per il bene dell’Italia. Il presidente del Consiglio si trova in questi giorni a Bruxelles per combattere la sua battaglia più importante, ovvero quella per l’ottenimento dei fondi Ue. La polemica sul Recovery Fund è ai suoi massimi storici, vista la posizione degli Stati frugali che vogliono riformulare la proposta di Merkel e Conte. E questo spirito sembra aver colpito favorevolmente i componenti della maggioranza di Governo.

Quest’ultima si è ritrovata improvvisamente compatta, proprio per il modo in cui il premier sta affrontando la questione. E così sia il Partito Democratico che il Movimento 5 Stelle ha manifestato il massimo sostegno all’indirizzo di Conte. Il tutto senza le recenti frizioni tra i due partiti principali che compongono la maggioranza. Sia Luigi Di Maio, il quale non ha mai negato il proprio appoggio al capo del Governo, che i vertici degli altri partiti sono dalla sua parte. Anche perchè lo stesso Conte lo ha ammesso: “Non posso rientrare in Italia con una sconfitta: mi sto giocando tutto”.

Proprio perchè, se in questo momento il sostegno appare forte, non è detto che le cose restino così anche dopo il vertice-fiume di Bruxelles. Da più parti, infatti, ci sono partiti pronti a presentare il conto al capo del Governo. E alla base di tutto ci sarebbe l’altra misura economica paventata dall’Unione Europea. Quel Mes richiesto a gran voce soprattutto da Partito Democratico e Italia Viva, ma che il Movimento 5 Stelle e lo stesso Conte tengono per il momento in stand-by. Il premier è andato all in sul Recovery Fund: una mossa che gli viene rimproverata dal premier olandese Rutte fin dall’inizio del vertice.

Di Maio sta con Conte: ma fino a quando? – meteoweek.com

E allora ecco che si inizia a sospettare che l’alleanza in seno alla maggioranza sia solo una fiducia a termine. E dal Partito Democratico viene fuori uno spiffero tutt’altro che incoraggiante in tal senso: il Governo potrebbe uscire indebolito dalla plenaria di Bruxelles. Tanto che si vocifera già di una “caduta dell’esecutivo a settembre” per la nascita del tanto discusso governissimo. E a reggerlo potrebbe essere Mario Draghi, ovvero quel “salvatore della patria ben visto in Europa” di cui si bisbiglia in seno alla maggioranza. Insomma, fiducia sì, ma fino a un certo punto.

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Per questo motivo, non risultano affatti incoraggianti le ultime notizie che arrivano dalla capitale belga. La controproposta dei frugali, che aumenta la fetta legata ai prestiti e riduce drasticamente quella a fondo perduto, se verrà approvata rischia di segnare la fine dell’esperienza di Conte al Governo. E non è un caso l’attacco frontale del premier italiano nei confronti dell’omologo olandese. Nelle ultime ore si è parlato addirittura di un rinvio della decisione dopo la fine dell’estate. Ma anche questo non giocherebbe in favore del capo del Governo.

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