Scuola a settembre, orari sconvolti. Cambia la vita per milioni di famiglie

In un’intervista al Corriere Giuseppina Princi, preside a Reggio Calabria, racconta le problematiche relative alla nuova gestione di classi e orari dovuta all’emergenza coronavirus: “Troppi ritardi dal Miur e messaggi confusi”.

Scuola

“A settembre si ritorna a scuola. Punto. basta toni apocalittici. Così come la gente va in spiaggia, torna in discoteca, così si ritornerà tra i banchi. Le soluzioni per la riapertura si trovano. Le famiglie stiano tranquille, a settembre riporteremo tutti a scuola”. Sono le parole pronunciate dalla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina proprio nella giornata di ieri. Stando a quanto ribadito dalla ministra, la situazione sarebbe sotto controllo, l’allarmismo di docenti e famiglie non è giustificato da rischi reali. Ma a sottolineare le problematiche dell’altra faccia della medaglia c’è Giuseppina Princi, dirigente scolastico del Liceo Scientifico Leonardo da Vinci di Reggio Calabria, che in una intervista al Corriere ribadisce a proposito una possibile riapertura a settembre: “I messaggi continuano ad essere contraddittori. È in atto una discussione tra ministero e sindacati relativa all’ampliamento degli organici che rischia di disorientare il mondo della scuola. Ma a settembre sarà assolutamente necessario garantire la scuola in presenza e lavorare senza sosta per superare le difficoltà”. Questo anche perché la didattica a distanza, pur essendosi dimostrata utile, conserva alcune criticità, di carattere umano e normativo: “Non può di certo sostituire il rapporto umano e garantire un’adeguata assimilazione dei contenuti. Inoltre, la DaD presenta criticità di carattere normativo, perché non sono state ancora definite regole precise relativamente alle assenze degli studenti ed all’orario di servizio dei docenti”.

L’ipotesi doppi turni e i banchi monoposto

azzolina scuola

Insomma, l’impegno è massimo, ma sono tanti anche i nodi da sciogliere per garantire un rientro a settembre non troppo caotico. Primo tra tutti, gli spazi. Come sottolineato dalla preside, nel suo istituto ogni aula non può accogliere più di 17/20 studenti. Inoltre, non è possibile creare nuovi spazi o riabilitare spazi inutilizzati, visto che si tratta di un edificio in pieno centro storico con una planimetria non adatta a questo tipo di progetto. Si cerca allora di attuare piccoli lavori, quali l’abbattimento di pareti non portanti, con la consapevolezza di agire sulla superficie del problema. “Noi abbiamo classi con una media di 27 alunni, potremo organizzare in presenza solo il 50-60 per cento delle classi. Sarà pertanto predisposta una turnazione con riduzione oraria di 50 minuti. Le classi si alterneranno su due fasce orarie (8-12 e 14-18). Nell’intervallo tra i due turni è prevista l’igienizzazione dei locali”. Un modello adottato, ad esempio, anche dal il vicesindaco di Messina, Salvatore Mondello, che in un’intervista ha già rivelato il suo piano: “In molti non apprezzano l’opzione, io spero di essere smentito ma al momento, per alcuni istituti, i doppi turni restano assolutamente inevitabili, indipendentemente dal reperimento o meno delle aule. Le aule secondo il vecchio provvedimenti occupano, più o meno, i 45 m², adesso sono necessari 2 m² e qualcosa di distanza per ogni allievo, le classi si trovano, così, più che dimezzate, 15 o 16 allievi, e lo standard ne accoglieva molti di più”. A confermare che si tratti di un’ipotesi molto probabile per alcuni istituti, ora, è anche la preside Giuseppina Princi, che ha spiegato il perché al Corriere. Insomma, i doppi turni iniziano ad essere un’ipotesi avanzata come male inevitabile, una strategia applicabile ma temuta dalle famiglie, che da settembre, probabilmente, dovranno fare i conti con un radicale stravolgimento degli orari.

Poi, sempre a proposito delle misure adottate, si espone anche sui nuovi banchi monoposto, che verranno acquistati dal commissario Arcuri. Anche su questo tipo di misura, il giudizio è scettico: “Non risolvono di molto il problema degli spazi. Il distanziamento statico non preserva gli studenti, laddove la vigilanza non può essere garantita”. Alla luce di queste problematiche ancora irrisolte, la preside afferma a proposito delle misure adottate dal ministero: “Non spetta certo a me valutare l’operato della Ministra Azzolina, ma è noto che nel corso delle ultime settimane si sono susseguiti messaggi in parte contraddittori e sono stati rilevati ritardi nei provvedimenti adottati”. Ma poi spezza una lancia a favore, riconoscendo l’oneroso compito di gestire un tale stato di emergenza: “Tuttavia, è doveroso riconoscere che la situazione emergenziale ha trovato impreparati tutti i dicasteri e che la Ministra Azzolina ha lavorato intensamente e ha cercato in ogni modo di reperire le risorse per far fronte alle difficoltà”.

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