Carabinieri di Piacenza, parla la mamma: “Mio figlio è un bravo ragazzo”

Continuano ad emergere dettagli a proposito dell’arresto dei sei carabinieri presso la caserma Levante, a Piacenza. Tra gli arrestati c’è anche Giuseppe Montella, l’appuntato al centro delle vicende. Ora a parlare per La Stampa è la madre, che commenta: “Mio figlio è un bravo ragazzo. Anche Salvatore, Giacomo, Daniele, gli altri carabinieri che qui erano di casa, sono tutti dei bravi ragazzi…”.

carabinieri piacenza montella

Prosegue la raccolta di informazioni riguardo gli illeciti commessi dai sei carabinieri nella caserma Levante, a Piacenza. L’inchiesta, al momento, sembra essere estremamente solida, forte di migliaia di pagine tra intercettazioni telefoniche, fotografie e captazioni ambientali. Nel frattempo si cerca anche di ricostruire un profilo dei sei incriminati, anche sulla base di testimonianze di famigliari o conoscenti. Così sulla Stampa, proprio oggi, è la madre di Giuseppe Montella a tracciare un profilo del figlio, prendendo in parte le sue difese: “Mio figlio è un bravo ragazzo. Anche Salvatore, Giacomo, Daniele, gli altri carabinieri che qui erano di casa, sono tutti dei bravi ragazzi…”. Durante tutta l’intervista, svoltasi nella villetta di Gragnano Trebbiense, la madre ha provato a difendere la presunta innocenza del figlio: “Tirano fuori Gomorra perché veniamo da Napoli. Se Peppe era di Piacenza non lo dicevano che era Gomorra”. Poi ancora: “Mio figlio si stava laureando in Giurisprudenza, un bravo ragazzo, io non ci credo a tutte quelle storie che ho sentito in televisione…”.

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caserma piacenza

Eppure, il dubbio non svanisce del tutto, ed è la stessa madre a mettere le mani avanti, nonostante il suo tentativo di proteggere il figlio: “Ma se venisse fuori che era tutto vero, è giusto che mio figlio paghi per quello che ha fatto. Se faceva male deve pagare”. Poi la madre ribadisce: tutto quello che la famiglia possiede proviene da soldi acquisiti legalmente, compresa la villetta che attualmente è posta sotto sequestro dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Piacenza, Luca Milani. Anche il padre ribadisce: “Ecco qui la villa con piscina. Ho venduto due case per comperarla. La piscina è pure usata. I lavori li ha fatti mio genero che fatica tutto il giorno con le escavatrici. Abbiamo tutto intestato a Giuseppe perché era meglio e più comodo”. Anche i conti correnti accolgono soldi puliti, ribadiscono i famigliari.

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Anche i conti della madre e del padre sono intestati a Giuseppe, anche loro posti sotto sequestro. “Il mio conto personale e quello di mio marito sono intestati a mio figlio, perché come carabiniere aveva le agevolazioni con la Deutsche Bank. Stamattina sono andata a fare il bancomat e hanno bloccato tutto. Io so del conto mio, di mio marito, di quello personale di Giuseppe ma gli altri venti conti non lo so proprio da dove spuntino…”. Poi le foto dei carabinieri, muniti di pezzi da 50 e 100 euro. A proposito di quelle foto, la madre di Montella commenta: “Mi ha detto che con gli amici avevano vinto al Superenalotto. È stato tutto ingigantito…”. Restano però moltissimi dubbi a proposito di un tenore di vita definito dagli inquirenti come “sproporzionato”, se confrontato agli effettivi guadagni: 31.500 euro di stipendio lordo. Difficile ricondurre a quel reddito le 11 automobili, le 16 motociclette acquistate nel giro di 12 anni. Ma secondo la madre di Montella, anche quelle avrebbero una spiegazione, visto che Giuseppe “non pagava l’affitto, non c’è il mutuo, lo stipendio da carabiniere mio figlio lo spendeva nelle auto di cui era grande appassionato. Aveva iniziato a fare il carabiniere a Secondigliano, poi in Sardegna e quindici anni fa era venuto qui Mio marito per fargli fare bella figura gli aveva comperato l’Alfa 166 e la Yamaha. L’Audi che aveva adesso era usata”.

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