Giorgia Meloni, l’ascesa è irresistibile. Salvini è vicino

L’indice di gradimento del governo di Conte non è mai stato così alto. In calo è invece la Lega e Forza Italia. La Meloni è ora a soli 5 punti.

 

Indice di gradimento dei partiti politici

L’accordo circa le misure da adottare per fronteggiare gli effetti economici della pandemia, è stato oggetto di fortissime tensioni tra gli Stati dell’Unione Europea. Si tratta, per molti, di un accordo di portata storica in quanto segnerà il futuro dell’intera Unione Europa. L’opinione pubblica fatica, in larga misura,  ad entrare nel merito di questioni complesse e articolare e ciò soprattutto quando si parla di provvedimenti economici e delle relative implicazioni. Mes, Sure, Recovery Fund, Next generation EU: sono alcuni di quei provvedimenti di cui si è a lungo discusso fra Stati membri e partiti politici.

Ciò nonostante l’accordo trovato a Bruxelles, e quindi l’approvazione del Recovery Fund, ha rappresentato una boccata d’ossigeno. Difatti, sale l’indice di gradimento del governo esecutivo di Giuseppe Conte di 4 punti, ovvero da 57 a 61: un livello mai raggiunto prima. Stessa tendenza per il Movimento 5 Stelle che sale al 18,9%. Tendenza opposta, invece, per la Lega che subisce una flessione dello 0,9% pur mantenendosi al primo posto con il 23,1%. A seguire la Lega è il Partito democratico, anch’esso in calo con lo 0,8%, ma che si riporta ai valori di fine febbraio con il 19,6%. A seguire, Forza Italia con il 6,9%. Mentre la Meloni è ora a soli 5 punti. Alle loro spalle si collocano poi quattro forze politiche con valori compresi tra il 2,5% e il 2,9%: si tratta di Sinistra Italiana-Articolo uno con il 2,9% alla pari di Europa Verde, mentre Azione e Italia Viva entrambe con il 2,5%. Tutti dati interessanti alla luce della possibile adozione della nuova legge elettorale, il Germanicum, in discussione alla Camera e basata basata su un sistema proporzionale che potrebbe prevedere una soglia di sbarramento pari al 3%.

Ma sullo scenario incombe anche il referendum costituzionale del 20 e 21 settembre per confermare o respingere la riforma che prevede la riduzione del numero dei deputati da 630 a 400 e dei senatori da 315 a 200. Ad oggi solo un italiano su tre è a conoscenza di questo appuntamento. Inoltre, una volta informati, quasi tre intervistati su quattro giudicano molto o abbastanza importante il referendum, il cui esito al momento sembra scontato: il 49%  dichiara che voterebbe a favore, mentre l’8% dichiara che si esprimerebbe contro.

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