Fontana: i 5,3 milioni di euro alle Bahamas ereditati dalla madre

Dalle indagini dei pm di Milano Fontana non avrebbe mai parlato dei suoi soldi all’estero: un “tesoro” da 5,3 milioni alle Bahamas. Nel settembre 2015 Fontana avrebbe utilizzato la legge sulla “voluntary discosure” per regolarizzare il denaro, ricevuto in eredità dalla madre.

Sul caso della fornitura di camici a Regione Lombardia da parte dell’azienda del cognato di Attilio Fontana, emerge che il governatore avrebbe cercato di rimborsare il parente del mancato introito con fondi presi da un conto in Svizzera. Un “tesoro” da 5,3 milioni che in precedenza era detenuto da due “trust” alle Bahamas.  Dal conto sono stati prelevati 250mila euro da girare al cognato Andrea Dini come risarcimento per la fornitura di camici da 513mila euro a Regione Lombardia, dopo l’inchiesta di Report che aveva portato alla luce un possibile conflitto di interessi. Gli accertamenti degli inquirenti milanesi sono un atto dovuto, dal momento che Fontana è indagato per frode nella vicenda. I fondi su cui la Procura ha avviato i controlli è emersa da un alert dell’antiriciclaggio scattato nel momento in cui, il 17 maggio, il governatore ha cercato di effettuare un bonifico per il cognato. La segnalazione è partita dalla Banca d’Italia, arrivata poi alla guardia di finanza.

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Fontana: la “voluntary discosure” nel 2015

Stando alle ultime indagini, nel settembre 2015 infatti Fontana avrebbe utilizzato la legge sulla “voluntary discosure” per regolarizzare il denaro ricevuto in eredità dalla madre. Stiamo parlando di 5,3 milioni, in precedenza detenuto da due “trust” alle Bahamas costituiti nel 1997 e nel 2005. Non sono tardati gli attacchi e le polemiche sulla questione: “Il Movimento 5 stelle è pronto a presentare la mozione di sfiducia al presidente Fontana”, ha dichiarato il capogruppo del Movimento 5 Stelle al Pirellone, Massimo De Rosa. Dalle indagini emergerebbe un altro dettaglio paradossale: tra i documenti della centrale acquisti regionale Aria spa, i magistrati non avrebbero trovato, nessuna delibera o atto formale con cui la Regione Lombardia abbia accettato la trasformazione in donazione della fornitura pattuita di 75mila camici. Starà ai giudici decidere dell’innocenza del procuratore e della fornitura più o meno trasparente dei camici. Le indagini sono ancora in corso e Fontana dovrà rispondere dei soldi detenuti fino ad ora all’estero con cui ha effettuato il bonifico.

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