Migranti, ecco come Italia e Malta li ignorano e li lasciano alla Libia

La denuncia arriva direttamente dall’Onu, che parla di una strategia messa in atto dai due Paesi. L’agenzia delle Nazioni Uniti parla di 6.500 interventi su migranti in zone non di propria competenza.

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Italia e Malta ignorano buona parte dei barconi con decine di migranti a bordo, lasciando che se ne occupino altri. Il tutto in acque di loro competenza, con le altre forze costrette a intervenire. Questo è il quadro che viene tracciato dalla Oim, l’agenzia dell’Onu che si occupa proprio del flusso di migranti su scala mondiale. Sono diverse settimane che in zona Sar avvengono diversi interventi, in un punto in cui la competenza toccherebbe proprio a italiani e maltesi. Ma nella maggior parte dei casi sono altri a dover intervenire, dopo l’immobilismo di queste due nazioni.

In particolare sono le forze libiche a intervenire per trarre in salvo i migranti partiti dalle loro case in cerca di miglior fortuna altrove. E la strategia, se così possiamo dire, è sempre la stessa. I barconi vengono ignorati per giorni così come le richieste di aiuto dei loro componenti. Il tutto mentre si attende che sia qualcun altro a fare il “lavoro sporco”. E come abbiamo già accennato, nella maggior parte dei casi a intervenire è la guardia costiera libica. Si tratterebbe, come svelano i vertici della Oim, di un vero e proprio piano messo in atto da Italia e Malta.

E a rincarare la dose ci pensa Federico Soda. Si tratta del capomissione di Oim proprio in Libia. È lui, come si legge stamani su Repubblica, a descrivere uno dei tanti scenari che sono venuti alla luce in questi giorni. “Novantacinque migranti hanno trascorso – dichiara – quasi due giorni su un’imbarcazione insostenibile nel Mediterraneo, mandando continue richieste di soccorso. Inattività e ritardi nel salvataggio sono ingiustificabili. Gli Stati devono rispettare i propri obblighi legali e morali e salvare immediatamente le vite a rischio”.

Decine di migranti in attesa del loro destino – meteoweek.com

Un concetto ribadito anche da Flavio Di Giacomo. Uno dei portavoci di Oim ha fatto sapere che “da settimane denunciamo che i migranti riportati in Libia vengono rinchiusi in centri di detenzione non ufficiali, seppure controllati dal governo libico, ma nei quali non ci è consentito l’accesso. Dunque, di fatto ci sono migliaia di persone che scompaiono da qualsiasi radar”. Dunque la situazione delle migrazioni dalla Libia verso Italia e Malta rischia di farsi sempre più complicata. Anche perchè i “viaggi della speranza” aumentano giorno dopo giorno, anche a causa dell’emergenza Covid che cresce in Libia e in tutto il Nord Africa.

Dal proprio canto, l’Agenzia dell’Onu per i migranti ha voluto presentare il suo conto. Nei primi sei mesi del 2020, si parla di 6.500 interventi in zone Sar della guardia costiera libica in zone non di sua competenza. In tutto il 2019, gli interventi in questione erano stati “solo” 4.500. Segno dei tempi che cambiano, ma anche di una decisione che sembrerebbe presa a tavolino. E l’ultimo di questi casi è avvenuto non più tardi di un paio di giorni fa. Due gommoni presenti in zona Sar maltese per oltre un giorno erano stati segnalati da Alarm Phone: nessuno è intervenuto finchè uno dei due è stato riportato “a casa”, mentre l’altro ha fatto rotta verso Pozzallo.

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E così arrivano nuove segnalazioni, giorno dopo giorno, sempre dai microfoni di Alarm Phone. La strategia messa in atto da Italia e Malta continua a fare il proprio corso, mentre prosegue a tutto spiano l’emergenza migranti nel Nord Africa. Una sorta di respingimento mascherato e ben organizzato, per far sì che l’emergenza non si sposti nei propri territori.

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