Coronavirus, allarme Oms: “Non è una influenza stagionale”

Il portavoce Margaret Harris ha fatto capire che il coronavirus si comporta in maniera diversa rispetto ai malanni di stagione. Ci sarà un’unica grande ondata che farò un po’ di sali e scendi.

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Direttamente dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, arriva un nuovo avvertimento per quanto riguarda il modo in cui il Coronavirus agisce sull’organismo e nella sua resistenza. Gli ultimi giorni hanno fatto scattare nuove grida di allarme, in particolare in alcune regioni americane e di diverse nazioni europee. E così sono tornati i regimi di lockdown, come si sta vedendo in alcune parti della Spagna e della Germania, ma come detto anche nel continente americano le cose non si stanno mettendo bene. Il Coronavirus, dunque, non si ferma ancora.

E a dare il nuovo avvertimento sul comportamento del Covid-19, a ormai sette mesi dall’inizio della sua diffusione, ci pensa Margaret Harris. La portavoce dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha fatto capire che ci sono delle differenze tra l’influenza stagionale e il virus che sta mettendo in ginocchio il mondo intero. Secondo la Harris, intervenuta in diretta da Ginevra, il Coronavirus “non segue l’andamento tipico dell’influenza, è un nuovo virus che si comporta in modo diverso”. Dunque il Covid-19 non può essere catalogato come una semplice influenza di stagione.

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Inoltre la Harris ha fatto capire che “siamo ancora nella prima ondata della pandemia di Covid-19”. Relativamente a come le cose andranno nei mesi a venire, la portavoce dell’Oms ha fatto capire che ci sarà al mondo “un’unica grande ondata che farà un po’ di sali e scendi”. Dunque il Coronavirus continuerà a fare capolino senza interrompere la sua azione per poi riprenderla con forza. Viene dunque scongiurata la possibilità di una seconda ondata violenta, che era stata paventata da alcuni virologi ed esperti del settore. Ma fino a quando non ci sarà un vaccino, non si potrà stare del tutto tranquilli.

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E la conferma arriva anche da altri esperti del settore. Come Claudio Mastroianni, direttore della Clinica Malattie infettive del Policlinico Umberto I di Roma: “Se anche ci saranno nuove ondate – dichiara – non saranno come quella devastante di marzo aprile, perché ormai l’epidemia la si riesce a gestire meglio”. La pensa così anche Roberto Cauda, direttore di Malattie infettive del Policlinico Gemelli: “Si pensava che il Sars-Cov-2 scomparisse e poi ricomparisse a ottobre, un po’ sulla falsariga dell’influenza. Era un presupposto legittimo, ma un po’ azzardato visto che si tratta di virus diversi. Il contagio zero non è stato raggiunto. Esistono continui focolai. Si pensi a quello che sta succedendo in Catalogna”.

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