Il boss Raffaele Cutolo si è aggravato: trasferito dal carcere in ospedale

Il boss Raffaele Cutolo, fondatore della Nuova Camorra Organizzata, è stato trasferito in ospedale a Parma, dal carcere nel quale si trovava. Il trasferimento è avvenuto giovedì scorso. Il legale Gaetano Aufiero informa: “Non sappiamo esattamente quali siano le sue condizioni. Ci dicono che la situazione è sotto controllo, e continuano a sostenere che rifiuta di fare gli esami”.

raffaele cutolo

Raffaele Cutolo, fondatore della Nuova Camorra Organizzata, giovedì è stato trasferito in ospedale dal carcere di Parma. L’uomo di 78 anni avrebbe accusato un aggravamento dello stato di salute, con problemi respiratori. A diffondere la notizia sono i medi campani. Il trasferimento, infatti, è apparso oggi sul quotidiano Il Mattino, ed è stato comunicato solo ieri ai famigliari del boss. Un’evoluzione poi riconfermata all’Ansa dall’avvocato Gaetano Aufiero, che commenta: “Non sappiamo esattamente quali siano le sue condizioni. Ci dicono che la situazione è sotto controllo, e continuano a sostenere che rifiuta di fare gli esami. Ma noi riteniamo che non sia lucido”. La moglie avrebbe fatto visita al boss il 22 giugno ma Cutolo non sarebbe riuscito a riconoscerla. Ad Adnkronos infatti la moglie aveva riportato: “Ho incontrato mio marito in carcere a Parma un mese fa, era previsto un colloquio normale attraverso il vetro, ma mi sono ritrovata davanti una persona 90enne con una bottiglia in mano, non parlava, non dava segni, è stato bruttissimo vederlo in quelle condizioni”.

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Non è la prima volta che il boss finisce in ospedale: Cutolo, infatti, era sta ricoverato già a inizio anno. In quell’occasione i giudici di Sorveglianza avevano decretato che le sue condizioni erano compatibili con il carcere. La difesa di Cutolo, detenuto al 41bis, aveva fatto ricorso alla sentenza dei magistrati di Reggio Emilia che il 12 maggio avevano rifiutato la detenzione ai domiciliari per motivi di salute. Il Tribunale di Sorveglianza di Bologna avrebbe poi respinto il ricorso, in data 10 giugno. Il tribunale aveva spiegato che “le patologie di cui è portatore Raffaele Cutolo appaiono allo stato trattabili adeguatamente anche in ambiente carcerario”. Inoltre “la presenza di Raffaele Cutolo potrebbe rafforzare i gruppi criminali che si rifanno tuttora alla Nco, gruppi rispetto ai quali Cutolo ha mantenuto pienamente il carisma”.

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L’avvocato di Cutolo sottolinea: “Abbiamo chiesto ripetutamente al magistrato di sorveglianza di nominare un perito e non abbiamo risposte. Ho nominato un consulente di parte, un geriatra di Parma, ma il direttore del carcere ha respinto l’autorizzazione alla visita per motivi di opportunità, che non capiamo quali siano. Ho chiesto anche la possibilità di anticipare il colloquio mensile della moglie, previsto a fine mese, ai giorni di degenza, così che la moglie possa provare a convincerlo a fare gli esami e nemmeno questo viene autorizzato. Infine ho sollecitato con una serie di atti la fissazione dell’udienza sul reclamo, a Roma, contro il 41 bis, e ancora niente”.

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