Cts, escono i 5 verbali, gli esperti a marzo” Chiudete l’Italia a zone”. Scattò il lockdown

I verbali del Cts sono stati messi online dalla Fondazione Einaudi. Per le questioni più spinose come la chiusura delle zone rosse di Alzano e Nembro non ci sono ancora comunicati. Il 7 marzo vennero chieste “chiusure differenziate”, ma subito dopo scattò il lockdown.

Soltanto cinque verbali, peraltro dai contenuti noti: tra i documenti «desecretati» del comitato tecnico scientifico. Non ci sono i resoconti delle questioni più controverse come la chiusura delle zone rosse di Alzano e Nembro e una serie di suggerimenti che poi furono accolti soltanto in parte dal governo. La fondazione Luigi Einaudi ricostruisce, quindi, soltanto in parte quanto accaduto in questi mesi di pandemia da coronavirus. Ecco quello che emerge dai cinque verbali datati: 28 febbraio, 1 marzo, 7 marzo, 30 marzo e 9 aprile 2020.

Tre regioni sarebbero dovute diventare zone rosse

“Le regioni Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto presentano…una situazione epidemiologica complessa attesa la circolazione del virus, tale da richiedere la prosecuzione di tutte le misure di contenimento già adottate, opportunamente riviste”. È il 28 febbraio ed è stato individuato il paziente uno a Codogno. Nel verbale il Cts suggerisce al governo una serie di misure più restrittive per le tre Regioni dove il Coronavirus sembra diffondersi con più rapidità. Nello stesso verbale, il Comitato tecnico scientifico sostiene: “Fra le misure igieniche per le malattie a diffusione respiratoria si raccomanda di usare la mascherina solo se si sospetta di essere malato o se assisti persone malate”. Per questo motivo dieci giorni dopo la riunione del Cts, il governo adottò la misura del lockdown per la Lombardia e altre 14 province in Emilia-Romagna, Veneto e Piemonte. “Il Comitato – si legge – propone quindi di rivedere la distinzione tra cosiddette ‘zone rosse’ (gli undici comuni di cui al Dpcm 1 marzo 2020) e ‘zone gialle’ (Regioni Emilia Romagna, Lombardia e Veneto, nonché le province di Pesaro Urbino e Savona”.

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Conte decide per il lockdown in tutta Italia

Il 7 marzo il Cts suggerisce l’ «Apertura al pubblico dei musei ed altri istituti e luoghi della cultura a condizione che assicurino modalità di fruizione contingentata tali da evitare assembramenti di persone; svolgimento delle attività di ristorazione e bar con obbligo di far rispettare la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro; sospensione delle attività di pub, scuole di ballo, sale giochi, sale scommesse, sale bingo e discoteche”. Il 9 marzo la decisione definitiva presa da Conte: l’Italia deve chiudere. Tutta e subito.

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