Artigiano in crisi per lockdown accetta di stoccare 5,4 chili di hascisc

In Friuli-Venezia Giulia, un artigiano di 42 anni avrebbe accettato di stoccare chili di droga a causa della chiusura per lockdown della sua ditta e la relativa crisi economica.

Artigiano in crisi stocca chili di hascisc

È successo a Pravisdomini, in Friuli-Venezia Giulia, dove un artigiano: Luigi Rorato di 42 anni, per disperazione e necessità di soldi ha accettato di stoccare chili di droga. Quando la ditta per dell’artigiano è stata bloccata dal lockdown, la situazione economica diventava ogni giorno più difficile ed è stato a questo punto, spiega il 42enne, che ha deciso di accettare un’offerta molto pericolosa, nonché andare a Firenze per ritirare un carico di droga e stoccarlo nel suo capannone. Era maggio e non si poteva ancora girare liberamente da una regione all’altra, ma l’artigiano è riuscito ad arrivare a destinazione e a tornare in Friuli. L’unico obiettivo era incassare il compenso che gli era stato promesso: mille euro. Eppure, all’artigiano quei soldi non gli sono mai stati consegnati. Anzi, sarebbero persino sorti degli attriti e mercoledì Rorato si è trovato i carabinieri di San Donà di Piace e Portogruaro in casa e sul posto di lavoro. Adesso, il capannone è sotto sequestro, mentre nel frattempo è stato recuperato un pacco contenente 5,4 chili di droga: hascisc  di preciso. Nell’abitazione di Rorato è stato invece sequestrato un altro etto di stupefacente, della stessa partita.
Rorato, incensurato, è stato arrestato per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Nella vicenda ha trascinato dentro anche la sua socia, Marta Valentini, 44 anni, di Pasiano, perché il rilevante quantitativo è stato ritrovato proprio nella sede della loro impresa artigiana. Il sostituto procuratore, Marco Faion, ha chiesto per entrambi la convalida dell’arresto e ieri mattina la coppia è comparsa davanti al gip Monica Biasutti. Luigi Rorato, tutelato dagli avvocati, Silvia Sanzogni ed Enzo Del Bianco, è stato sottoposto ad interrogatorio. Nella sua ricostruzione si tratterebbe di un episodio di disperazione e crisi economica in quanto il viaggio a Firenze l’avrebbe accettato in un momento di grande necessità. Il gip ha convalidato l’arresto e ha disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari. Per la donna, difesa dall’avvocato Antonino Di Pietro, alla convalida è seguita l’immediata scarcerazione. Lo stesso socio l’ha scagionata dichiarando che non ha nulla a che fare con la droga sequestrata.
ora, saranno gli inquirenti a valutare e cercare riscontri al racconto di Rorato. L’uomo è convinto di essere stato vittima di una vendetta perché non voleva consegnare la droga a chi gli aveva commissionato il viaggio a Firenze. L’hascisc, che inizialmente in termini di quantitativo sembrava fosse più rilevante, sarebbe rimasta tutto questo tempo nel suo magazzino in quanto la qualità era così scarsa da renderla invendibile. L’artigiano avrebbe comunque continuato a reclamare senza successo il suo compenso, quando ad un certo punto si è rifiutato di consegnare i 5,4 chili di droga senza prima essere pagato e per questo suo comportamento sarebbe stato minacciato. A quel punto ha trattenuto una delle stecche di hascisc meglio conservate a titolo di risarcimento. Questo secondo le spiegazioni di Rorato.

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