Secondo il bollettino diffuso dal ministero della Salute, sono stati 552 (ieri 402) per un totale di 249.756 casi. Sono in calo i decessi che si concentrano in Piemonte, Emilia Romagna e Veneto.
Le persone contagiate sono 12.924 (+230 rispetto a ieri) e sono così suddivisi: 779 i malati ordinari (+13), 42 quelli ricoverati in terapia intensiva (0) e 12.103 quelli in isolamento domiciliare (+213). Nelle ultime 24 ore sono stati 319 (ieri 347) i guariti o i dimessi, che raggiungono la cifra complessiva di 201.642 unità. I decessi si sono registrati in Piemonte, Emilia Romagna e Veneto ( 3 rispetto ai 6 del giorno precedente). Molise e Basilicata, le sole regioni che ieri non avevano registrato casi nuovi di contagio, nell’ultima giornata hanno segnalato rispettivamente uno e 21 casi. Dei 552 nuovi casi, 183 sono veneti. Stabile, infine, il numero dei tamponi: ne sono stati fatti 59.196 (ieri 58.673) per un totale di 7.158.909.
La situazione in Lombardia
I contagi sono stati 69, contro i 118 di giovedì, mentre i decessi erano stati cinque. mentre ad oggi nessuno. I tamponi effettuati sono pari a 8128. Dei nuovi positivi, 5 lo sono debolmente e 1 a seguito di test sierologico. Si registrano inoltre 152 guarigioni, con totale a 74.232, un calo di due unità nei ricoveri in terapia intensiva (ora sono 9) e un aumento sempre di due nei ricoveri in terapia non intensiva, a 170. La suddivisione dei casi positivi per provincia vede 14 contagi nel Milanese, di cui 10 nel capoluogo, 11 a Brescia, 9 a Bergamo, 9 a Mantova, che comprende ancora alcuni dei casi del focolaio dell’azienda agricola. Inoltre ve ne sono 7 a Monza Brianza, 5 a Como, 4 Pavia, 3 Varese, 2 a Sondrio, Lecco e Lodi, 0 a Cremona.
Sileri:”L’Italia ora è più preparata”
Nelle regioni dove attualmente l’R0 (l’indice di contagio) è salito sopra la soglia di preoccupazione di 1 “ci sono dei focolai, ma sono circoscritti. Il virus circola ma è controllato”. Lo ha detto il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, intervenendo questo pomeriggio a SkyTg24. In ogni caso non dobbiamo abbassare la guardia perché il virus non è assolutamente scomparso. “Una seconda ondata è possibile, e significa che il virus potrebbe rialzare la testa, ma non necessariamente che dovremo avere molti malati in ospedale. Inoltre l’Italia è più preparata: abbiamo più posti letto, riusciamo a fare piu’ tamponi con tempi veloci” ed è ormai “passata dopo le prime incertezze la regola della mascherina”, ha sottolineato infine Sileri. L’unica fonte di preoccupazione sarebbe “se saltassero protocolli nelle Rsa, in cui vivono i nostri anziani. Quello potrebbe essere il dato più preoccupante.
“È probabile che con l’abbassamento delle temperature il virus alzerà la testa”. La variabile del freddo è da tenere in considerazione. In questo caso bisognerà nei prossimi giorni osservare quello che avviene nelle zone del nord Europa dove le temperature iniziano a calare con la fine dell’estate: guardando cosa succederà nei prossimi mesi negli altri Paesi sarà possibile fare una previsione dell’Italia in autunno.