Rientri dalle vacanze, niente test nei porti a eccezione di uno

Rientri dalle vacanze, niente test nei porti a eccezione di uno. Da Genova ad Ancona, nessun presidio per eseguire i tamponi

Rientri dalle vacanze, niente test nei porti a eccezione di uno
Rientri dalle vacanze, niente test nei porti a eccezione di uno (GettyImages)

I contagi da rientro dalle vacanze sono in crescita ma i controlli da test rapido o tampone nei porti non sembrano decollare. Non si può dire lo stesso degli aeroporti che a differenza dei porti sono attrezzati per eseguire test e tamponi. I porti, da Genova ad Ancona e ad eccezione del porto di Civitavecchia, non hanno predisposto i suddetti presidi per i controlli.

L’ordinanza del ministri della Salute Roberto Speranza prevede l’obbligo di test per coloro che rientrano da uno dei seguenti Paesi: Spagna, Croazia, Grecia e Malta. Tuttavia, gli scali non sono obbligati a dotarsi di strutture per eseguire tamponi a chi sbarca da navi e traghetti ma mentre tutti gli aeroporti si sono attrezzati, i porti non lo hanno fatto.

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A Genova nessun test per chi torna dai suddetti Paesi a rischio Covid. Chi sbarca a Genova non è obbligato a sottoporsi a tampone ma deve informare l’Asl territoriale e mettersi in quarantena fiduciaria finché non viene chiamato. Chiaramente non è detto che tutti rispettino la suddetta prescrizione. Stessa cosa ad Ancona, dove non si eseguono test ma si comunica ai passeggeri, anche durante il viaggio, dell’obbligo di comunicare entro 48ore l’arrivo all’Asl di riferimento per il test, preceduto da quarantena fiduciaria. Questo perché, spiegano, “comunicare con correttezza ai viaggiatori la condotta da tenere” è il primo step: un messaggio audio verrà diffuso sui traghetti poiché non è pensabile effettuare i tamponi in porto senza creare assembramenti, ‘tendopoli’ ecc.

Nel frattempo è aperta la trattativa tra Governo e Regioni Lazio e Sardegna per trovare un’intesa sulla reciprocità dei tamponi da eseguire prima degli imbarchi su navi e aerei dall’isola e dopo essere giunti a destinazione. Il ministro degli Affari Regionali Boccia sta cercando di mediare tra le varie richieste. L’assessore alla Sanità Nieddu (Sardegna) ha precisato che la Regione è pronta ad accordarsi a tre condizioni: i controlli dovranno essere a carico del Governo, i passeggeri di voli e imbarcazioni devono essere sottoposti a test rapidi ed è necessario firmare un accordo per il rientro in sicurezze dei positivi nelle proprie case. Se ciò non fosse possibile e si dovesse trascorrere l’isolamento in Sardegna, questo dovrà essere a spese del Governo. Per quel che concerne le richieste del Lazio, sono legate alla crescita dei casi positivi rientrati dopo aver trascorso le vacanze in Sardegna. Le autorità sanitarie della Regione sarda puntualizzano:”la Sardegna è sicura: tutti i casi accertati da Ferragosto in poi sono di importazione, turisti arrivati sull’isola dopo tappe in altri Paesi a rischio, contagiati in quei luoghi e risultati poi positivi dai test effettuati in Sardegna“.

Quindi gli unici presidi aperti sono nel porto di Civitavecchia dove si controlla solo chi sbarca.

 

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