Svolta nel giallo di Mario Paciolla: l’autopsia rivela che è stato ucciso

Dai primi riscontri del medico legale che ha effettuato l’autopsia sul corpo del 33enne napoletano in missione in Colombia, emergono segni compatibili con l’ipotesi di omicidio. 

mario paciolla, primi esiti del medico legale avanzano ipotesi di omicidio

E’ ufficiale: gli inquirenti romani hanno cambiato il titolo del fascicolo aperto sulla morte del 33enne napoletano cooperante Onu italiano, Mario Paciolla, trovato impiccato lo scorso 15 luglio nella casa in Colombia, dove viveva da cinque anni, da istigazione al suicidio a omicidio. Il giovane era impegnato in un progetto di pacificazione tra governo e Farc e di riqualificazione di aree utilizzate dal narcotraffico. Dopo più di 40 giorni dalla sua morte, arrivano i risultati dell’autopsia, effettuati in Colombia dal medico legale Vittorio Fineschi, a smentire la tesi del suicidio che presentava tante falle fin dall’inizio. Mario sarebbe stato ucciso e dopo la morte il corpo è stato posizionato in modo da far credere alla scena di un gesto volontario. Il giovane originario del Vomero, sarebbe già morto quando è stato stretto il cappio intorno al collo: dettaglio quindi, che potrebbe indicare un tentativo di simulare un gesto volontario di suicidio. Sulla vicenda ora indagano i carabinieri del Ros in collaborazione con gli investigatori colombiani, ma bisognerà attendere ancora qualche mese prima di avere l’esito degli esami tossicologici e delle altre perizie.

Molti gli elementi che hanno insospettito gli investigatori circa l’ipotesi di un presunto omicidio, tra cui diverse anomalie riscontrate sulla scena del crimine, così come l’assenza di oggetti personali nella casa di Paciolla. Sul corpo del giovane sono stati trovati chiari segni di tortura e i tagli sui polsi troppo lievi per attribuirli ad un tentato suicidio. I particolari che non convincevano erano tanti, così come la casa sarebbe stata ripulita con la candeggina da due domestiche e per questo quattro agenti della polizia colombiana sono stati indagati per non aver vigilato la scena del crimine. La famiglia e gli amici hanno sempre sostenuto che Mario Paciolla è stato ucciso; già da alcune settimane prima della sua morte si sentiva in pericolo per alcune cose che avrebbe visto o sentito e aspettava con ansia di fare ritorno a Napoli. Sospetti avanzati anche dall’amica e giornalista della vittima, Claudia Julieta Duque, in alcuni articoli su El Espectador, in cui scrive di alcune misure messe in atto all’indomani della morte del cooperante Onu, nella sua casa di San Vicente de Caguàn, che non sarebbero state autorizzate dalla magistratura. La Duque racconta che mezz’ora dopo il ritrovamento del corpo di Paciolla da parte di un funzionario dell’Onu, la Missione avrebbe ordinato agli altri cooperanti presenti a San Vicente di spostarsi a Florencia, ritenuta evidentemente più sicura.

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