Gli elefanti torturati in India: alla base delle feste c’è troppa violenza

Gli elefanti sono animali venerati in India, ma spesso e volentieri subiscono vere e proprie torture. Vengono imprigionati nei templi prima di essere agghindati e fatti andare in giro per le città indiane.

india-elefanti-rajasthan
Elefanti maltrattati nonostante la loro sacralità – meteoweek.com

Da sempre, in India si venerano in maniera spasmodica gli elefanti. Nell’insieme di religioni che compongono la corrente induista, infatti, questo animale è uno di quelli con lo status più alto. Tanto che girano dei miti molto particolari su una delle divinità più note e più venerate, ovvero Ganesh. Si dice che il padre, in un momento di gelosia, gli abbia mozzato la testa per poi rimpiazzargliela con una di elefante per riparare al danno. Insomma, gli elefanti sono da sempre al centro delle vite della civiltà indiana, ma spesso si rischia di esagerare.

Sappiamo tutti quanto Ganesh sia una divinità dal carisma piuttosto forte tra gli indiani. Ma tutto questo amore nei suoi confronti viene pagato a caro prezzo dagli stessi elefanti, specialmente nel corso delle celebrazioni in suo onore. Ci trasferiamo presso il tempio di Hampi Bazar, nella regione della Karnataka. Qui gli elefanti passano tra la folla e la benedicono strofinando la punta della proboscide sulle teste dei fedeli. Allo stesso modo raccolgono le offerte, sempre usando la loro protuberanza, e le passano al bramino che sta sul dorso dell’animale.

E sono tantissimi i templi in cui questa pratica viene svolta in India. Si parla di oltre 2.500 elefanti adoperati per la sfilata tra il popolo adorante. Il tempio in cui questa pratica viene eseguita in maniera più massiccia è quello di Guruvayur, nel nord dell’India, dove sono 50 gli animali adoperati. Qui si svolgono alcuni tra i festival religiosi più caratteristici del Paese, per via dell’uso di colori sgargianti per gli addobbi degli elefanti. Ma come abbiamo già detto, il rischio è quello di trascendere, soprattutto ai danni degli stessi pachidermi.

La regista indiana Sangita Iyer – meteoweek.com

Spesso, infatti, gli elefanti vengono imprigionati all’interno dei templi, tenuti con pesanti catene su tutte e quattro le zampe. La conseguenza che ne deriva è la presenza di diverse ferite alla pelle, che spesso arrivano alla carne e provocano delle infezioni. Tra il peso dei baldacchini, che diventa sempre più grande, e quelli dei fedeli che vengono trasportati sul dorso, poi si fa il resto. Da qui anche una serie di problemi strutturali, ad esempio alle anche degli stessi animali, che portano addirittura a tumori degenerativi o a problemi cardio-circolatori. Per finire con la cecità per gli elefanti più anziani.

Leggi anche -> Congo: strage milizie ribelli, 58 le vittime

Leggi anche -> L’arma segreta di Trump: ”Ho costruito un nucleare… un’arma che nessuno ha mai avuto prima”

Questo scenario catastrofico, per uno degli animali più caratteristici della giungla, viene descritto in un docufilm. Si tratta di Gods in Shackles, prodotto in Canada dalla regista indiana Sangita Iyer, originaria della regione del Kerala. Ora Sangita vive a Toronto, ma ha potuto vedere con i propri occhi il modo in cui vengono maltrattati gli elefanti in India. E dichiara, a proposito dei suoi connazionali: “Li torturano fino alla morte, ma quando muoiono accendono ceri, versano lacrime di coccodrillo e pensano di essere molto tristi per questi animali“.

Impostazioni privacy