Sperona e uccide la sorella in scooter: aveva una relazione con un trans, “volevo darle una lezione”

Maria Paola Gaglione è morta a Caivano in un incidente stradale. La donna avrebbe perso il controllo dello scooter, e la pista di un presunto pirata della strada sarebbe durata poco: a speronarla, e quindi a provocarne la morte, sarebbe stato il fratello. “Non volevo uccidere nessuno, ma dare una lezione”, avrebbe riferito ai carabinieri. 

maria paola gaglione - meteoweek.com

A Caivano (Napoli) una donna è morta in un incidente stradale. Si trovava in sella al suo scooter quando, perdendo il controllo del veicolo, sarebbe morta a causa dell’impatto. A bordo, anche un’altra persona rimasta ferita. Le ipotesi di ricostruzione dell’incidente avrebbero scartato presto la presenza di un presunto pirata della strada. Le indagini condotte dai carabinieri hanno rivelato che a speronare la moto guidata da Maria Paola Gaglione sarebbe stato il fratello Michele, di 30 anni. L’uomo l’avrebbe inseguita e speronata con l’intenzione di punirla. Maria Paola aveva una relazione che il fratello non approvava, con Ciro, un ragazzo trans (nato donna). Fatto sta che questo è bastato per convincere il fratello che ci fosse l’esigenza di punirla.  Michele l’avrebbe quindi seguita con il proprio scooter per speronarla, provocando l’incidente di Maria Paola, che avrebbe sbattuto contro un tubo di impianto di irrigazione. Il fratello dopo l’impatto sarebbe finito contro la recinzione di un campo. Michele, nonostante il corpo inerme della sorella, si sarebbe poi scagliato contro il fidanzato della ragazza, la seconda persona a bordo dello scooter (rimasta ferita).


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Maria Paola Gaglione fratello - meteoweek.com

Poi il fermo da parte dei carabinieri della caserma di Acerra, a cui Michele avrebbe detto: “Ho fatto una stronzata. Non volevo uccidere nessuno, ma dare una lezione a mia sorella e soprattutto a quella là che ha ‘infettato’ mia sorella che è sempre stata ‘normale'”. Come sempre a seguito di queste tragedie, ancora una volta si alza la voce che reclama una legge seria contro l’omotransfobia, una voce troppo spesso ignorata. Ora Fabrizio Marrazzo, portavoce del Gay Center, torna sul punto: “La morte di Maria Paola Gaglione, 18enne di Caivano del Parco Verde, Napoli, è la storia di una ragazza lesbica, non accettata dalla famiglia e maltratta”. Un’ostilità che ha colpito Maria Paola e la compagna accusata di averla “infettata con l’omosessualità. Storia terribile, finita venerdì con lo speronamento del motorino e l’aggressione alla compagna, da parte del fratello di Paola, mentre fuggivano per la libertà. Il fratello è ora agli arresti, come appreso dalla stampa”. Poi ancora: “Quanto accaduto, dimostra quanto siano duri i contesti che da tempo denunciamo con il nostro numero verde Gay Help Line 800 713 713. Per questo serve una legge seria contro l’omotransfobia, che prevenga situazioni di questi tipo e che senza dubbi condanni le dichiarazioni che vedono l’omosessualità come una malattia o qualcosa di inferiore, mentre l’emendamento ‘Salva Opinioni Omofobe’, voluto da Costa (ex FI) ed approvato dalla maggioranza, renderebbe queste espressioni lecite. Espressioni e pregiudizi per i quali Paola è stata uccisa. Questo emendamento va cambiato e vanno resi certi i supporti per i centri di protezione, da noi richiesti e previsti dalla legge contro l’omotransfobia, che potevano garantire una protezione e la libertà a Paola ed alla compagna. Ora la commissione bilancio sembra che li voglia ulteriormente limitare”. Marrazzo conclude: “Chiediamo giustizia per Paola, il colpevole non è solo il fratello, ma anche gli altri familiari che la hanno maltrattata ed hanno consentito quanto accaduto senza proteggerla e senza denunciare”.

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