Accusato di maltrattare figliastra, il testimone ritratta: “Si è inventata tutto”

Finito sotto misura cautelare con l’accusa di maltrattamenti nei confronti della figliastra, un professionista di Bologna tornerà a processo: il testimone chiave della vicenda ha infatti ritrattato le dichiarazioni dell’accusa.

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bologna, accusato di maltrattamenti nei confronti della figliastra – foto di repertorio

L’episodio ha avuto luogo a Bologna, durante il periodo di lockdown dettato dall’emergenza coronavirus. Un professionista era finito a processo con l’accusa di maltrattamenti e lesioni perpetrati nei confronti della figliastra convivente. Il provvedimento era scattato a seguito della denuncia della giovane, una ragazza poco più che ventenne, e aveva disposto per l’uomo la misura cautelare dell’allontanamento sia dalla casa che dalla presunta vittima.

Secondo quanto si apprende dalle fonti, però, nelle ultime ore sarebbe spuntato un colpo di scena: il testimone chiave delle indagini avrebbe ritrattato le sue dichiarazioni, affermando che la ragazza si sarebbe inventata l’episodio che ha portato il padrigno a processo.

L’episodio più grave non si sarebbe mai verificato

Il testimone chiave della vicenda è l‘ex fidanzato della ventenne. Il ragazzo, si apprende, avrebbe nelle scorse ore ritrattato le sue dichiarazioni, spiegando che la giovane gli avrebbe detto di essersi inventata l’episodio più grave, quello che ha portato all’intervento dei carabinieri. Si tratterebbe di una presunta aggressione in casa, avvenuta secondo quanto raccontato dalla ragazza il 7 gennaio scorso, e durante la quale il patrigno le avrebbe stretto le mani al collo. Persino le lesioni e i segni rossi sul collo per cui andò in ospedale, racconta l’ex fidanzato, se li era fatti da sola. Una messa in scena, la sua, che aveva come obiettivo quello di togliersi l’uomo di torno.


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Sulla base di questo nuovo elemento investigativo, ottenuto attraverso le indagini difensive e verbalizzato alla presenza della polizia giudiziaria, gli avvocati dell’imputato, Antonio Petroncini e Chiara Rinaldi, hanno ottenuto dal tribunale del Riesame la revoca della misura cautelare disposta per il loro assistito. La ragazza, invece, è ora indagata per calunnia e per rifiuto di rendere dichiarazioni al pm. Proprio durante la sua ultima convocazione, resasi necessaria alla luce dei recenti sviluppi, la ventenne ha infatti preferito avvalersi della facoltà di non rispondere.

Programmato dunque un nuovo processo, atto a scogliere i nodi della vicenda con il giudizio immediato chiesto dal pm Bruno Fedeli. La prima udienza è stata già fissata per la giornata di domani, alla presenza del giudice monocratico Alessandra Testoni.

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