Omicidio Willy, spunta un quinto aggressore: ipotesi razzismo sempre viva

A svelarlo è stato Emanuele Cenciarelli, l’amico difeso da Willy prima dell’omicidio. La Procura di Velletri e i carabinieri stanno valutando la posizione di altre persone coinvolte nell’aggressione.

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Willy Monteiro Duarte aveva 21 anni – meteoweek.com

Potrebbero non essere stati solo quattro i ragazzi che hanno messo in atto l’omicidio di Willy Monteiro Duarte. A farlo trapelare è stato l’amico del ragazzo ucciso, che ha reso una deposizione nelle scorse ore. Emanuele Cenciarelli, per il quale Willy si era alzato le maniche per difenderlo, è stato ascoltato dagli inquirenti nella giornata di ieri. E nella testimonianza che ha reso, ha fatto capire che Marco e Gabriele Bianchi, Mario Pincarelli e Francesco Belleggia potrebbero non essere stati gli unici protagonisti del pestaggio. Dunque arriva una nuova eventuale svolta nelle indagini.

Anche perchè i carabinieri, sotto il monitoraggio della procura di Velletri, sta cercando di definire i ruoli dei quattro protagonisti dell’omicidio già noti. L’unica cosa certa riguarda la presenza di una quinta persona, che avrebbe chiamato i fratelli Bianchi a unirsi al pestaggio. Di lui, però, non si sa ancora nulla dal punto di vista anagrafico. L’unico elemento certo riguarda il fatto che anche quest’altra persona era presente in Largo Santa Caterina, quando è avvenuto l’omicidio di Willy. Si indaga, dunque, anche perchè la schiera di presunti killer potrebbe essersi ampliata.

Torniamo però alla testimonianza di Emanuele Cenciarelli. Quest’ultimo ha fatto sapere agli inquirenti che non si capacita ancora del fatto che lui e il suo amico Willy fossero finiti tra le grinfie del branco. “Urlavo agli aggressori che io e Willy non c’entravamo niente con quanto eventualmente era accaduto prima. La mia richiesta cadeva nel vuoto“, ha dichiarato. Per poi aggiungere: “Senza che Willy e io potessimo accorgerci di quello che stava accadendo, venivamo aggrediti da alcuni ragazzi“. Dunque non si sa ancora il reale motivo dell’aggressione, dopo l’iniziale motivazione (futile) di un commento su Instagram alla foto della fidanzata di un membro del branco.

I fratelli Bianchi non erano da soli – meteoweek.com

Ma ad un certo punto, la testimonianza di Emanuele entra nel vivo. A quel punto non era più lui l’obiettivo degli aggressori, bensì il suo amico Willy che era sceso in campo per difenderlo. E le parole di Cenciarelli sono gravi: “Ricordo subito l’immagine di Willy steso a terra circondato da quattro o cinque ragazzi che lo colpivano violentemente con calci e pugni. Il mio istinto di protezione mi spingeva a gettarmi addosso a Willy per cercare di proteggerlo dai colpi che stava ricevendo“. L’amico della vittima di questo atroce omicidio non è riuscita a quantificare il tempo per cui si è perpetrata l’aggressione.

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Emanuele Cenciarelli è stato chiamato a riconoscere quelli che finora sono i quattro colpevoli di omicidio. Tuttavia, durante la sua testimonianza, ha fatto capire che oltre ai fratelli Bianchi si sono recate sul posto altre tre persone. Sui due fratelli, l’amico di Willy ha detto di avere “un ricordo vivido”, anche se non ricorda chi per primo ha aggredito il 21enne. E non viene ancora scartata l’ipotesi legata al razzismo. In particolare proprio per quanto concerne i fratelli Bianchi, nella cui fedina penale spunta anche l’aggressione ai danni di un ragazzo indiano, per la quale non sono ancora stati processati.

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