M5s, elezioni regionali: la preoccupazione che inquina il risultato al referendum

Il Movimento 5 stelle esulta per il risultato portato a casa con il referendum costituzionale: un netto sì al taglio dei parlamentari. Sulle regionali resta laconico.

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(Foto di Stephanie Lecocq, da Getty Images)

Esulta Luigi Di Maio per il netto sì al taglio dei parlamentari ottenuto al referendum costituzionale. Resta invece più conciso nel commentare i risultati (disastrosi) delle elezioni regionali: “Non faccio mistero, l’ho sempre detto che potevano essere organizzate diversamente e anche per il Movimento, con un’altra strategia”. Poi rilancia, a proposito dei parlamentari: “Visto che c’è convergenza su questo aspetto, invito il fronte del sì e del no ad unirsi. Riduciamo anche gli stipendi dei parlamentari“. Insomma, Di Maio ribadisce uno dei collanti che sembra reggere ancora insieme il Movimento 5 stelle: l’abolizione dei privilegi di casta. Eppure a livello elettorale questo mantra sembra non bastare più. Lo stesso Crimi ha definito l’esito delle regionali “inferiore rispetto al passato”.


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Insomma, ancora una volta il Movimento paga uno scotto: la difficoltà nel metter radici nei territori. A questo si aggiunge, probabilmente, un ridimensionamento collettivo di quel Movimento che è attivo a livello nazionale. Intanto restano in sospeso i famosi Stati Generali M5s, decisi da oltre un mese. Nell’attesa, non è del esclusa una riaffermazione di Di Maio come leader, con buona pace di Di Battista: il grillino attende e punta agli Stati Generali come momento di rigenerazione in grado di dare una nuova identità al Movimento (e magari anche una nuova leadership). Una necessità, quella di trovare una nuova linea, condivisa anche da Stefano Buffagni che commenta: “O il Movimento cambia passo oppure non c’è più motivo di votarlo. E non soltanto al Nord”.

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