Il premio Nobel: “Il virus continua a mutare, pronti ad altre pandemie”

Il Premio Nobel per la Medicina del 2011 Bruce Beutler, intervistato da Repubblica, interverrà in chiusura al Festival della Scienza.

L’immunologo Bruce Beutler

“Il virus continua a mutare, prepariamoci per altre pandemie”: un avvertimento più che una profezia, che però spaventa ugualmente. A lanciare l’allarme è l’immunologo statunitense Bruce Beutler, premio Nobel per la Medicina nel 2011, che interverrà in chiusura del Festival della Scienza Medica a Bologna domani.  “Non sarà l’ultima pandemia con le caratteristiche che stiamo vivendo: l’umanità sarà colpita ancora con la stessa violenza e, chissà, forse ancora di più” ha spiegato Beutler: “Dobbiamo, quindi, fare tesoro, adesso, di ciò che stiamo imparando: il SARS-CoV-2 è stato il campanello d’allarme necessario per metterci in riga di fronte alle prossime grandi zoonosi”.

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L’intervento di Beutler, in collegamento telematico, sarà incentrato sulla funzione immunitaria innata, oggetto delle ricerche che gli sono valse il più prestigioso dei riconoscimenti. L’«immunità innata» è la «fanteria» dell’organismo: è la prima linea di difesa, presente sin dalla nascita, e non ha memoria: non è, infatti, selettiva nei confronti degli agenti patogeni, a differenza dell’«immunità acquisita», che si scatena solo in seguito all’attacco di nuovi virus all’organismo e detta la produzione di anticorpi specifici. Beutler tiene molto a sottolineare la distinzione, spiegando i vantaggi dell’una e dell’altra funzione, e, quindi, spiega: “Per vincere la battaglia contro il Sars-CoV-19 dobbiamo concentrarci sullo studio dell’immunità acquisita, che è specifica e selettiva, così da progettare vaccini sicuri al 100%”. Sulla scelta tra investire in farmaci per curare o vaccini per prevenire Buetler è deciso: “Non avrei dubbi, nel gestire un budget, a puntare tutto sul vaccino. Sars-CoV-2 è un virus subdolo, ma se troviamo il vaccino corretto allora freneremo la mortalità con maggiore efficacia, per non parlare del fatto che non affolleremmo le terapie intensive come è già accaduto. Inoltre, avremo conoscenze in più nel campo dei vaccini da spendere se dovessimo trovarci di nuovo in situazioni simili”. Nel corso dell’intervista su Repubblica l’illustre immunologo ha sottolineato la pericolosità di questo tipo di virus, che è soggetto a continue mutazioni. Alla luce di questa evidenza, è ancora più necessario arrivare in fretta al vaccino:  “È necessario, perché altre zoonosi come questa attuale – con il salto del virus dall’animale all’uomo – si ripresenteranno in continuazione e non possiamo contare sulle terapie: è necessario fermare l’epidemia sul nascere. Sulla versione digitale del “New York Times” potete seguire in diretta il numero di vaccini in sperimentazione e lo stadio di avanzamento: basta digitare sulla barra di ricerca di Google il nome del giornale e “Coronavirus Vaccine Tracker*”. Le peculiarità di SARS-CoV-2 ci hanno posto un dilemma epocale: come sarebbe stato il mondo se questo virus fosse stato molto più letale, con un tasso di mortalità del 50% in tutte le fasce d’età? Dovremo imparare tutto ciò che possiamo da questa pandemia e da come la vinceremo”. In chiusura dell’intervista, l’avvertimento: “Attualmente l’immunità acquisita degli anticorpi prodotti dai vaccini in sperimentazione è ancora troppo breve e non sta al passo delle mutazioni del virus. E’ una realtà che, tra l’altro, rende l’immunità di gregge una chimera. Ma arriveremo comunque al vaccino: lo dovremo fare perché pandemie così violente saranno sempre più frequenti”.

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