Coronavirus: negativa al test, tredicenne contagia 11 parenti

Un fatto realmente accaduto e analizzato in un rapporto medico, mostra la facilità con cui il coronavirus si propaga: negativa al tampone dopo il contatto con un positivo, una tredicenne contagia 11 parenti. Il messaggio delle autorità: mascherine e distanziamento sempre.

tredicenne contagia 11 parenti
foto di repertorio

Gli adolescenti che contraggono Covid-19 non sempre si ammalano come gli adulti, tanto da risultare la maggior parte delle volte addirittura asintomatici. Ciò non toglie, tuttavia, la loro capacità di infettare il prossimo, la possibilià che hanno con i loro gesti anche più semplici di diffondere il coronavirus agli altri che, invece, potrebbero soffrirlo in maniera molto più seria.

Arriva perciò un messaggio molto importante dai Centers for Disease Control and Prevention americani, così come dai dipartimenti sanitari di quattro Stati – Georgia, Illinois, Massachusetts e Rhode Island. Un messaggio che prende spunto da un fatto reale, da un episodio che si è verificato negli Stati Uniti non molto tempo fa e che vede coinvolta una ragazza di 13 anni.

La giovane, due giorni prima di partire per una vacanza in famiglia, era risultata negativa al tampone dopo esser entrata in contatto con una persona positiva al Covid-19. Nel corso delle tre settimane passate insieme ai suoi parenti, però, ne ha contagiati undici, provenienti per l’appunto da quattro Stati americani differenti. Il non aver effettuato un periodo di quarantena preventivo, dunque, è costato il propagarsi pericoloso di un nuovo focolaio, che si è subito messo in viaggio in diversi punti del Nord America.

L’importanza del distanziamento sociale e della quarantena

A riportare la questione è stato il New York Times. Secondo quanto si apprende, il viaggio a cui avrebbe preso parte la ragazzina è avvenuto in un luogo non specificato nel periodo compreso tra giugno e luglio. La giovane, non avendo rispettato il protocollo di quarantena, ha in tre settimane contagiato i parenti con cui è entrata in contatto, di età compresa tra i 9 e i 72 anni. Nonostante la necessità di effettuare il tampone per la tredicenne, nessuno dei parenti ha pensato di usare mascherine o altri dispositivi di protezione, né tantomeno ha cercato di rispettare le misure di distanziamento sociale. Nemmeno la congestione nasale della giovane ha fatto anche solo balenare alla sua famiglia la possibilità che, invece, potesse essere malata di Covid-19.


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Questo focolaio evidenzia diverse questioni importanti“, hanno scritto gli autori del Rapporto settimanale sulla morbilità e la mortalità del C.D.C. “In primo luogo, che i bambini e gli adolescenti possono servire come fonte di focolai di Covid-19 all’interno delle famiglie, anche quando i loro sintomi appaiono lievi”.

Inoltre, “i risultati di questo rapporto evidenziano la necessità per le persone potenzialmente esposte a Covid-19 di mettersi in quarantena per 14 giorni dopo l’esposizione o dopo un viaggio quando richiesto dalle autorità statali, territoriali o locali”, ha spiegato il portavoce dei C.D.C. Scott Pauley. “Il distanziamento sociale, l’uso di mascherine e l’igiene delle mani riducono la trasmissione in contesti di gruppo e avrebbero potuto prevenire questo focolaio se fossero stati utilizzati. In generale, tali riunioni familiari dovrebbero essere evitate quando il distanziamento fisico e l’uso della mascherina non siano possibili”, spiegano gli autori del Rapporto.


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E infatti, sempre nel loro documento i C.D.C. sottolineano tutti i vantaggi del distanziamento sociale. Sempre tenendo a mente questo episodio reale, è stato visto come altri sei individui che hanno visitato la residenza dei parenti, ma che sono rimasti fuori casa e a distanza “di sicurezza”, non sono stati infettati dal virus.

Evidente, allora, il messaggio che arriva proprio in vista delle festività natalizie: come sottolinea Brad Pollock dell’Università della California a Davis, infatti, “l’organismo impiega dai tre ai cinque giorni buoni di incubazione, e se il quarto giorno l’individuo può ancora risultare negativo, già anche solo 12 ore dopo potrebbe invece risultare positivo all’infezione”. Serve allora massima attenzione e prudenza anche e soprattutto quando si è tra amici e/o famigliari.

 

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