Sandra Milo “Mi fanno pena” | L’appello pubblico dell’attrice

La storia di Giuseppe, in coma a soli 18 anni a causa di un pugno, ha scosso l’opinione pubblica e anche la stessa Sandra Milo che ha deciso di fare un appello pubblico nel programma condotto da Eleonora Daniele su Rai 1.

Sandra Milo Storie Italiane – MeteoWeek

Ricordiamo che Giuseppe si trovava nei pressi della stazione di Legnano quando lui e il piccolo gruppo di amici che si trovava insieme a lui, è stato aggredito da una baby gang che ha poi sferrato la sua ira sul giovane con un pugno alla testa procurandogli una frattura della tempia e un ematoma celebrare per il quale, dopo l’intervento per la sua riduzione, si è reso necessario il coma farmacologico.

Il racconto shock dell’episodio è arrivato nel programma di Storie Italiane per il quale ha deciso di intervenire anche Sandra Milo.

Storie Italiane – MeteoWeek

Baby gang a Legnano

A tenere banco nel programma di Storie Italiane è il caso di Legnano, dove una baby gang ha aggredito un gruppo di ragazzi, mandando in coma Giuseppe di soli 18 anni che si era recato nei pressi della stazione per trascorrere del tempo in totale serenità.

Il caso in questione ha lasciato gli ospiti in studio di Storie Italiane, tra quali anche Sandra Milo che, preoccupata per la ferocia dei giovani tanto da fare anche un appello pubblico e anche alle famiglie.

Eleonora Daniele – MeteoWeek

Sandra Milo: “Non conoscono i principi”

Sandra Milo, dunque, si è detta inorridita da quello che è successo nella città di Legnano e anche da come questi episodi si verifichino anche in altre città di Italia.

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Sandra Milo – MeteoWeek

Nel momento in cui le viene data la parola, ecco che Sandra Milo fa il seguente commento del caso insieme a un appello in diretta:

“La cosa è veramente grave, e penso che si tratti di un disagio fortissimo di questi ragazzi che non hanno valori, non hanno un futuro in cui credere. Hanno dei genitori sempre preoccupati per problemi quotidiani di sostentamento. Io lo capisco, però loro sono abbandonati a sé stessi e si sentono ai margini della società e fanno degli atti di violenza per provare anche di esistere in qualche modo. A me fanno una pena infinita perché sono ragazzi che non hanno niente, la regione, ad esempio, l’idea Dio, gli altri, la fraternità, la solidarietà… tutti principi che non conoscono assolutamente. Allora questo è un disagio gravissimo, ci dobbiamo occupare di questi ragazzi e non lasciarli alo sbando”.

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