Zaia presenta il piano per la Sanità veneta: “Dovrebbe farlo anche il governo”

Il presidente della Regione Veneto Luca Zaia ha presentato il nuovo piano per la Sanità regionale: è in 5 fasi.

Zaia presenta il piano per la Sanità veneta: "Dovrebbe farlo anche il governo"
Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, durante la conferenza stampa. Credit: Luca Zaia Facebook

Un nuovo piano per la sanità veneta. A presentarlo è stato il governatore della Regione, Luca Zaia, durante la conferenza stampa tenuta in tarda mattinata. Lo aveva annunciato già durante la trasmissione Mattino 5, su Canale 5, dove aveva lanciato un messaggio al Governo giallorosso: stabilire un piano preciso per la sanità pubblica, per il presidente del Veneto, è esattamente quello che dovrebbe fare il governo centrale: stabilire in base ai dati delle terapie intensive e degli ospedali quali saranno le misure che scatteranno“.

La diffusione del coronavirus in Veneto

Stando alle parole di Zaia il principale problema del Covid-19 è che è un virus che paralizza gli ospedali, perché i malati hanno bisogno di cure. Oltre un certo limite qualsiasi sanità va in tilt, e si deve rinunciare a curare ordinariamente gli altri cittadini”, ha detto il governatoreE ha aggiunto: “Noi dobbiamo evitare che gli ospedali vadano al collasso, questa è la vera sfida“. Anche perché attualmente il Veneto si trova in uno stato di allerta, secondo quanto dice il presidente della Regione: “Oggi abbiamo 52 persone in terapia intensiva, il 10 marzo ne avevamo 111, e avevamo 2.400 ricoverati allora, oggi 460. Ovviamente è uno stato di allerta“.

Le cinque fasi del Piano

Il nuovo piano per la sanità veneta comprende cinque fasi. La fase verde, che scatta dai 0 ai 50 posti occupati in terapia intensiva, la fase azzurra, compresa tra i 51 e i 150 posti, quindi da 151 a 250 la fase gialla, da 251 a 400 posti la fase arancione e infine, oltre i 400 posti occupati, è la fase rossa. 

“Ad oggi – ha detto Zaia durante la conferenza stampa per presentare il pianoci troviamo nella fase 2 con misure già predisposte. In caso di superamento dei 151 si attiverebbe la fase 3 o gialla con altre misure precise per il contenimento del virus e la tenuta del sistema sanitario. Un sistema semplice e chiaro. In tutto questo però occorre la massima collaborazione dei cittadini che prendano tutte le precauzioni possibili a cominciare dall’uso della mascherina”.

Zaia presenta il piano per la Sanità veneta: "Dovrebbe farlo anche il governo"
La conferenza stampa in diretta sulla pagina di Luca Zaia, presidente della Regione Veneto. Credit: Luca Zaia Facebook

Le misure del Veneto contro il virus

Lavorando in sinergia per combattere la diffusione del virus, l’operatività del sistema è garantita. “In Veneto – ha specificato – anche nei momenti peggiori non siamo mai scesi sotto i 200 posti di terapia intensiva per pazienti non Covid su un totale di 494 posti disponibili. I trapianti non sono mai stati sospesi”. In ogni caso, Zaia prevede di incrementare il numero dei medici presenti sul territorio. “Abbiamo pensato con i Direttori generali – ha detto il governatore – a far partire corsi brevi per preparare medici per le terapie intensive. In Italia mancano 56 mila medici per effetto di una programmazione completamente sbagliata, in Veneto ne mancano almeno 1.300″.

Oltre alla gestione delle terapie intensive il governatore ha illustrato la situazione dei centri per i tamponi, che saranno aperti 24 ore al giorno. “Per ogni Ulss avvieremo centri aperti per 24 ore per i tamponi rapidi”, ha annunciato. E ha sottolineato: “D’ora in poi il test rapido sarà obbligatorio, ogni settimana, per i lavoratori delle case di riposo”. Per evitare una seconda diffusione del contagio da coronavirus nelle Rsa, com’era avvenuto a marzo e aprile.

L’appello al Governo

Il presidente del Veneto ha concluso con una richiesta al Governo, facendo riferimento alle responsabilità scaricate sulle spalle delle amministrazioni locali. “Chiedo che nelle misure restrittive ci sia l’autonomia delle Regioni, ma se il Governo ha informazioni per cui possono essere consigliate alcune misure lo faccia formalmente. Il Dpcm dice che i governatori, d’accordo col ministro della Salute, possono fare misure restrittive, e dice che nel momento in cui vuole misure estensive, queste vanno negoziate col ministro. Noi non abbiamo un comitato tecnico scientifico, per cui il ministero è bene che si avverta. Altrimenti scopriamo che la regione Veneto poteva fare qualcosa e non l’ha fatto, il rischio è dello scaricabarile. Chiedo che ci sia un obbligo formale da parte del governo altrimenti questo è un Dpcm zoppo sul piano delle competenze”.

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