Covid, a Milano riapre l’ospedale in Fiera. Le critiche a maggio: “È inutile”

L’ospedale in Fiera di Milano riapre per accogliere i nuovi casi di Covid-19. A maggio scorso, all’inaugurazione, tante critiche da chi credeva che sarebbe stato presto smantellato.

ospedale in fiera milano

Il numero di casi di positività al Covid-19 in Lombardia è tornato ad essere preoccupante. I ricoveri in terapia intensiva sono attualmente 156, con un incremento di 22 unità rispetto a ieri. Sono invece 1695 i pazienti non in terapia intensiva, 174 in più. L’allerta è massima, soprattutto a seguito dei focolai che si stanno sviluppando proprio nelle strutture sanitarie e nelle Rsa. All’ospedale Galeazzi, ad esempio, su 500 dipendenti 21 hanno contratto il virus, nonostante nessun paziente sia positivo al tampone. Il rischio è dunque che la malattia torni a diffondersi tra i soggetti più deboli, causando un nuovo drammatico incremento nel numero dei decessi.

A fronte di una elevata occupazione dei posti nelle strutture sanitarie è stato riaperto l’ospedale in Fiera di Milano. Nel mese di maggio, al termine della sua costruzione, l’edificio aveva destato qualche polemica in quanto ormai per molti i momenti bui dell’epidemia sembravano giunti ad un epilogo. A distanza di cinque mesi, tuttavia, a causa della seconda ondata di Covid-19, il suo utilizzo è tornato ad essere indispensabile. Da oggi, infatti, accoglierà i primi pazienti.

“Speravo che l’ospedale in Fiera non dovesse mai aprire e che rimanesse sempre una garanzia. Domani dobbiamo aprirlo e sarà sicuramente molto utile”, ha detto il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana. A confermare la necessità di riaprire la struttura Guido Bertolaso: “Purtroppo la programmazione prevede che tra oggi e lunedì arrivino 15 pazienti di rianimazione, a fine della settimana prossima 30 e all’inizio della prima settimana di novembre dovrebbero esserci 45 pazienti“.

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Le polemiche a maggio

All’inizio della pandemia di Covid-19 l’ex capo della protezione civile, Guido Bertolaso, era stato chiamato dal Presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, a coordinare la realizzazione dei padiglioni di terapia intensiva nei locali della Fiera di Milano. A maggio scorso, tuttavia, al termine di una operazione dai tempi record, il nuovo ospedale aveva ricevuto numerose critiche. Innanzitutto perché nel progetto era in programma la messa a disposizione di ben 400 posti letto, mentre inizialmente ne erano stati approntati soltanto 100. L’infrastruttura, alla fine, aveva messo a disposizione 221 posti. In quel periodo, tuttavia, grazie ai frutti del lockdown, non era stato necessario l’utilizzo di più di 25 posti contemporaneamente. Un altro dubbio era rappresentato dal fatto che i soli posti di terapia intensiva non sarebbero stati efficaci, in quanto i pazienti avevano necessità di essere assistiti anche da specialisti di altro tipo.

ospedale in fiera

Le critiche si erano presto trasformate in un esposto in procura da parte di Adl Cobas Lombardia. All’interno di esso si richiedeva di “verificare se la tutela degli interessi privati abbia avuto prevalenza rispetto alla prioritaria tutela della salute pubblica” oppure se avessero prevalso gli interessi propagandistici degli esponenti politici di turno. L’ospedale in Fiera, infatti, era costato 21 milioni di euro. Il denaro in questione era stato racimolato grazie a una raccolta fondi, a cui avevano aderito cinquemila privati. A qualcuno dei donatori, tuttavia, non era andata giù l’ipotesi che la struttura potesse essere smantellata in quanto non più utile e che, dunque, i soldi fossero stati spesi inutilmente.

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Il Presidente della Regione, Attilio Fontana, e Guido Bertolaso avevano tuttavia assicurato che l’ospedale non sarebbe stato chiuso, in quanto garanzia per il “futuro”. “Per la seconda fase dell’epidemia che verrà il prossimo inverno ci deve essere un ospedale Covid, dove c’è la rianimazione, che era cosa più difficile da fare, ma anche il pronto soccorso e il triage e i letti di bassa intensità“, aveva previsto l’ex capo della protezione civile Guido Bertolaso. Quel momento adesso sembra essere arrivato. La nuova ondata di Covid-19, infatti, si è abbattuta sull’Italia.

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