Fiat, nasce la 500 elettrica. Elkann: “Sogno italiano, inizia nuova era”

La Fiat ha inaugurato la nuova 500 elettrica. Un raggio di luce verso un futuro rinnovabile. Il presidente John Elkann annuncia: “Inizia un’altra era”.

fiat 500 elettrica

È stata presentata al pubblico ieri la nuova Fiat 500 elettrica. Un modello inedito che indirizza verso un futuro rinnovabile. Il Made in Italy, in questo modo, entra seppur con un po’ di ritardo nel mondo dell’innovazione e, in particolare, nel terzo millennio. Una svolta storica. Ne è consapevole anche il presidente dell’azienda, John Elkann, che ha annunciato l’inizio di una nuova era. A diventarne il simbolo non poteva che essere la 500, che da decenni conquista i cuori di milioni di italiani e non solo.

Le caratteristiche della nuova 500 elettrica

La nuova Fiat 500 elettrica è stata interamente progettata e sviluppata nello storico impianto di Mirafiori. Le versioni della carrozzeria sono tre: Berlina, Cabrio e l’inedita 3+1, che presenta una piccola portiera posteriore dal lato del conducente incerniata in senso contrario, come nello storico modello. L’auto, infatti, guarda al futuro ma con un occhio di riguardo verso il passato. Proprio per questo è stato scelto un modello simbolo per l’azienda. “Abbiamo preso la Fiat più elettrizzante di sempre e l’abbiamo resa elettrica”. ha spiegato Olivier Francois, numero uno del marchio Fiat.

Le novità più interessanti, tuttavia, sono quelle relative al mondo rinnovabile. L’obiettivo di Fiat, infatti, è di dire addio in un futuro prossimo ai carburanti fossili e ai vecchi motori termici, cilindri e pistoni. Una vera e propria sfida che ha inizio dalla Fiat 500 elettrica. La vettura è in grado di raggiungere i 320 km di autonomia e si ricarica in un tempo che varia tra le 20 ore e le 4 ore. Una guida a zero emissioni e tanta tecnologia al suo interno. Il prezzo è di circa 30 mila euro incentivi esclusi.

fiat 500 elettrica

Elkann: “Il sogno italiano”

A presentare la Fiat 500 elettrica a Torino ieri è stato il presidente dell’azienda John Elkann insieme alla moglie Lavinia, ai figli e al fratello Lapo. Le istituzioni erano rappresentate invece dalla sindaca di Torino, Chiara Appendino, e dal governatore del Piemonte, Alberto Cirio.

Era importante fare quest’evento, è l’inizio di una nuova era“, ha esordito John Elkann, presidente di Exor. “In questo periodo difficile volevamo dare un segnale di concretezza. È la dimostrazione che portiamo avanti progetti e impegni presi. Quest’auto dimostra la capacità di fare un prodotto che sa combinare tecnologia, praticità, estetica nel rispetto del nostro pianeta ed è la prova che un grande gruppo come il nostro sa fare le macchine del 21° secolo. L’Italia, se sa accettare le sfide, sarà vincente anche in futuro“. A ribadire il concetto di storicità e innovazione anche Olivier Francois, il numero uno del brand Fiat: “Oggi rinasce un simbolo, un sogno italiano. Ancora una volta quest’auto è il rinascimento, questa è la sua missione. Mirafiori è casa nostra, ore abbiamo riportato a casa la 500 come nel 2010 avevamo riportato in Italia la Panda“.

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E sull’impegno di Fca per il nostro paese: “Tutte le Maserati le facciamo in Italia e anche tutte le Alfa Romeo. E poi anche le Jeep, con la Renegade da sempre a Melfi, insieme alla 500X, la Compass che è arrivata in Italia dal Messico e poi le nuove Plug-in Hybrid. Il Ducato nasce sempre ad Atessa, e ora anche la versione elettrica. Abbiamo investito oltre 5 miliardi sul futuro dell’Italia. Anzi, ci tengo a sfatare anche un altro luogo comune, ossia quello dei 6 miliardi di Intesa SanPaolo con garanzia Sace. Ne hanno beneficiato centinaia di altre aziende. È concepito per dare ossigeno all’intero indotto che soffre in questo periodo senza privarci della liquidità che ci serve per continuare ad investire. E tra l’altro non è un omaggio ma un prestito da restituire in tre anni. L’auto elettrica ora ha un mercato, la nostra è una proposta di dimensioni compatte e di stile, abbiamo anche il modello 3+1. Sono già stati raccolti più di 12 mila pre-ordini, l’80% andrà all’estero“.

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