Morso da un cane, il figlio è positivo al Covid: nessuno vuole curarlo

Una storia che ha dell’incredibile: un uomo ha raccontato di come è stato abbandonato dalla sanità dopo la positività del figlio.

Morso da un cane, il figlio è positivo al Covid: nessuno vuole curarlo – meteoweek

Una storia italiana che lascia perplessi: qualora il racconto fosse confermato sarebbe assolutamente necessarie delle indagini e delle attribuzioni di colpa. L.N., abitante di Porto Tolle ha raccontato: «Mercoledì della scorsa settimana, mentre stavo facendo un giro in bicicletta, sono stato inseguito e attaccato da un cane – racconta l’uomo – una ferita al polpaccio destro che ha comportato una visita al Pronto soccorso di Porto Viro, dove mi hanno messo 5 punti, dicendomi di andare per la prima medicazione il sabato mattina». Poi ha proseguito: «Sono andato, ma poiché la ferita non si presentava bene, mi hanno prescritto di presentarmi nuovamente il lunedì successivo per un’ulteriore visita. In concomitanza mia moglie aveva portato nostro figlio a effettuare il tampone per il Covid a Porto Tolle. È uno degli alunni della scuola media Brunetti che è poi stata chiusa e purtroppo è risultato positivo, seppur completamente asintomatico e tutt’ora non abbia nessun problema al riguardo». Il Covid in questo contesto ha un ruolo fondamentale.

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«Ci hanno ovviamente posto in quarantena, quindi ho telefonato all’ospedale di Porto Viro per spiegare la situazione e chiedere come avrei potuto fare con la mia ferita. Mi hanno detto che mi era assolutamente vietato muovermi e di rivolgermi al mio medico di base, il quale a sua volta mi ha rimpallato. Allora ho chiamato il Sisp (Servizio igiene e sanità pubblica) per sapere cosa fare, mi hanno messo in contatto con l’Ulss di Adria per attivare l’assistenza domiciliare per occuparsi del mio caso, ma mi hanno più detto nulla». L’uomo è stato abbandonato a sé stesso. Alla fine l’uomo è stato costretto a trovarsi una soluzione da solo: «Sono riuscito poi a trovare una dottoressa che visionando la foto della mia ferita, mi ha prescritto una cura specifica a base di antibiotici ed eparina. Da qui l’altro problema: nessuno era disponibile a farmi le punture e ci siamo dovuti arrangiare con mia moglie che non le aveva mai fatte».

Lo scandalo non è tutto lì: «Sembrava che avrebbero dovuto chiamare per monitorare lo stato di mio figlio, ma da domenica si è sentito nessuno. In più, dovevano consegnarci dei contenitori per i rifiuti speciali, ho telefonato più volte al numero verde di Ecoambiente sollecitandoli, ma stiamo ancora aspettando con i rifiuti fuori casa».

L’uomo alla fine conclude: «Quando si mettono in campo certe disposizioni, bisognerebbe anche essere in grado di gestirle senza creare degli ulteriori disagi alle famiglie coinvolte. Stamattina ho dovuto fermare gli operai della raccolta del secco che stavano caricando tutti i rifiuti senza essere informati della nostra situazione. Speriamo che ora provvedano seriamente alla raccolta».

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