Corteo di taxi a Torino: con chiusura alle 18 moriamo pure noi

Corteo di taxi a Torino: con chiusura alle 18 moriamo pure noi. I tassisti: non carichiamo più nessuno perché nessuno si può muovere

Corteo di taxi a Torino: con chiusura alle 18 moriamo pure noi

A Torino si è riunito un corteo di taxi spontaneo davanti all’Allianz Stadium per poi raggiungere palazzo della Regione in piazza Castello. Senza sigle sindacali, i manifestanti hanno premuto per far sentire la propria voce e sottolineare che anche loro sono fermi. I tassisti hanno protestato contro il dpcm Conte: “Anche se formalmente non siamo fermi è come se lo fossimo“, dicono. “Non è uno sciopero, non è un blocco, non sono rivendicazioni sindacali, tanto non carichiamo più nessuno perché nessuno si può muovere“.

A settembre il lavoro si stava lentamente riprendendo rispetto ai mesi precedenti e “ora un nuovo crollo. Teatri chiusi, ristoranti chiusi. Fiere e congressi non si fanno. Ma noi chi dovremmo trasportare?“, si domandano. I tassisti chiedono di essere aiutati tanto quanto le altre categorie chiuse perché la loro attività dipende per la maggior parte proprio da coloro che ora sono costretti a chiudere dopo le 18.

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Corteo Taxi Torino, tensione anche con i sindacati

Corteo di taxi a Torino: con chiusura alle 18 moriamo pure noi

Dicono che siamo un servizio essenziale ma in questi mesi non abbiamo ricevuto sostegno subendo un danno economico incredibile. E in più corriamo dei rischi anche a livello sanitario: non sappiamo se le persone che portiamo in auto sono positive al Covid”, proseguono.

L’emergenza Covid, sostengono i tassisti, “rischia di mettere in ginocchio non solo gli autisti ma anche le famiglie dei tassisti. Chiediamo alla Regione un aiuto. Ci sono persone che portano a casa una corsa a giornata: come si può vivere cosi?”. L’incontro dei tassisti in Regione con l’assessore Ricca non ha purtroppo prodotto i risultati auspicati: “Ci hanno detto di non avere risorse per aiutarci e di rivolgerci al Prefetto che sta organizzando un tavolo per metà della prossima settimana con le realtà colpite dalla crisi”. Così si sono diretti in prefettura ma a quanto pare anche coi sindacati la situazione non è florida: “In Regione hanno chiesto di poter parlare sempre con gli stessi rappresentanti“. E ai sindacati che hanno provato a inserirsi nella trattativa in Regione hanno urlato: “Non vi vogliamo” dalla piazza.

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