Tutto chiuso dopo le 18.00. Cosa accade al Coronavirus dopo quell’ora?

L’ultimo Dpcm da Palazzo Chigi chiude le attività alle ore 18.00. Ma cosa accade alla carica virale del Coronavirus dopo quell’ora? Nulla!

“Sono senza parole, con questo nuovo decreto credo che sia giunta la fine per me di questa avventura nella ristorazione”. Sono queste le parole, amarissime, del titolare di “Blu Notte”, ristorante e pizzeria che si trova ad Albergo, comune di Civitella in Val di Chiana. Uno sfogo amaro e pieno di rabbia, il suo, arrivato dopo la decisione di chiudere i locali alle ore 18.00, tutti i giorni compresi i festivi. “Già la gente usciva meno per paura e se poi non mi permetti di lavorare negli orari che mi portano un po’ di clienti è inutile che mi lasci aperto la domenica a pranzo”, fa notare il proprietario del locale che, dopo 13 anni, pensa ora di chiudere.

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E’ ciò che stanno pensando in molti, in queste ore, preoccupati dall’orario di chiusura dei locali. Un orario che desta preoccupazione specie negli imprenditori che gestiscono locali pubblici. Bar, pub, gelaterie, pasticcerie e ristoranti dovranno da oggi chiudere alle ore 18.00, orario in cui si concentra la maggior parte degli incassi in quanto corrispondente all’orario dell’aperitivo, della cena e del dopo cena. I locali potranno proseguire con consegne a domicilio e con l’asporto, ma basterà? Confesercenti ha stimato dei danni economici per circa 110 milioni di consumi delle famiglie, con un rischio di ben 400 imprese. Allarme anche da Confcommercio, che ha già indetto una manifestazione di protesta che si terrà mercoledì mattina a Firenze.

Cosa accade al virus dopo le 18.00?

Molti si chiedono, quindi, cosa accade al Coronavirus dopo le ore 18.00. Perde la sua carica virale? E’ più aggressivo? Chiaramente no. Nessun pericolo in questo senso. Nulla cambia, al virus, alle ore 18.00 rispetto alle 17.00. Semplicemente, la decisione di anticipare la chiusura dei locali potrebbe avere l’obiettivo di frenare le persone dal voler uscire per assembrarsi nei bar oppure nei locali, ad esempio per l’orario aperitivo. Luoghi di ritrovo, di riunione, che da oggi abbassano le serrate, come accaduto a marzo. Luoghi che, però, potrebbero semplicemente spostarsi altrove.

Le persone, cioè, potrebbero decidere di riunirsi nelle piazze, nelle case, in altri luoghi dove i limiti sono inferiori. In più, non è stato stabilito nessun coprifuoco nell’ultimo Dpcm. Senza contare che il danno per le categorie soggette a restrizioni sarà enorme e inquantificabile. Ha davvero senso l’ultima mossa del Governo? No, dicono i virologi. No, dicono gli economisti. E no, dicono i cittadini. Ma potrebbe essere solo un avviso di restrizioni sempre più stringenti. Restrizioni che, secondo alcuni, non tarderanno ad arrivare.

Ristoranti vuoti, mezzi pubblici pieni

I ristoranti – così come le palestre e alcuni degli altri luoghi colpiti dalle restrizioni dell’ultimo Dpcm – sono tra l’altro luoghi controllati, obbligati al rispetto dei protocolli molto più di altri. Sono luoghi soggetti a controlli continui, quindi monitorati e non lasciati certo allo sbaraglio. Cosa che non accade, al contrario, sui mezzi pubblici. I trasporti sono pieni, invasi – in assenza dei ragazzi che si recano a scuola – da lavoratori o da gente comune. Nessuna modifica delle tratte, nessun incremento delle corse, nessun cenno durante le Conferenze stampa alla questione trasporti, portata diverse volte alla luce in questi giorni dai cittadini che ne hanno lamentato la condizione. Ma da Palazzo chiudono gli occhi, al riguardo; e li aprono invece su quei posti che, dopo le 18.00, oggi iniziano di nuovo a morire.

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