Coronavirus, la crisi sta distruggendo le vie dello shopping

Il coronavirus ci sta mettendo in ginocchio: l’economia è al tracollo e anche le vie dello shopping non sono escluse.

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La crisi sanitaria ci sta uccidendo, il virus ci sta riducendo ai minimi storici, l’economia è in un tunnel di cui non riusciamo a vedere la fine. I canoni di affitto sono sotto pressione nei negozi a Milano, Venezia, Firenze e Roma. I cali arrivano fino al 25% in via della Spiga, dove hanno chiuso tra gli altri Moncler, Porsche e Prada, ma soffre anche via Condotti. I brand più importanti nelle vie dello shopping non riescono a sopravvivere. Locali con le luci spente, dentro quel che rimane di un arredo portato via in fretta e il cartello affittasi incollato sulla vetrina. Thomas Casolo di Cushman & Wakefield ha detto: «Milano, Roma, Venezia e Firenze sono accomunate da una situazione critica. Il turismo si è quasi azzerato. Venezia è la città che soffre più di tutte perché la clientela locale non può sostituire gli acquisti dei turisti».

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Fra le situazioni più gravi ci sono quelle di Roma e FirenzePiazza di Spagna e Via del Corso sono in cima alla lista. La stessa via del Babuino, cresciuta negli ultimi anni, fa i conti con diversi spazi vuoti. «In via del Corso, per esempio, Guess non ha riaperto e anche lo spazio ex Zara(1.200 mq) è disponibile sul mercato» dice Casolo. In via Cola di Rienzo a lasciare sarà Michael Kors. A Firenze manca il turismo che arriva dall’estero, mentre Torino resiste, qui i brand preferiscono non uscire dal mercato, anche perché stiamo parlando di valori molto inferiori a quelli di Milano.

Dopo il lockdown e le recenti stime sul numero di contagi che fanno presagire il ritorno alla quarantena si è registrata una crisi economica senza precedenti per il nostro Paese. Agli squilibri sociali e lavorativi si sommano gli effetti di un crollo finanziario epocale che sta lasciando ampio spazio a considerazioni tutt’altro che positive. Il PIL nazionale si stima in contrazione dal 4 al 9% su base annua per un tasso di soddisfazione economica sceso come mai ai minimi storico per lo Stato. Gli italiani hanno la necessità di prendere adeguate contromisure per combattere la crisi dei capitali. Questo è il momento di intervenire, questo è il momento di fare qualcosa.

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