Covid, lo studio: l’aspirina potrebbe ridurre rischio di complicanze e morte

Covid, lo studio: l’aspirina potrebbe ridurre rischio di complicanze e morte. Lo afferma la University of Maryland School of Medicine

Covid, lo studio: l’aspirina potrebbe ridurre rischio di complicanze e morte

Secondo una ricerca eseguita dalla University of Maryland School of Medicine, l’aspirina potrebbe avere effetti benefici nella riduzione del rischio di complicanze o morte nei pazienti infetti da Coronavirus. I ricercatori hanno infatti scoperto che prendere ogni giorno il suddetto farmaco potrebbe ridurre di più del 40% le probabilità di subire un ricovero in terapia intensiva o ventilazione.

L’aspirina diminuirebbe anche il rischio di morte da Covid, rispetto a pazienti che non prendono tale medicina. Naturalmente gli scienziati si sono detti cauti circa l’uso dell’aspirina per ridurre i rischi di complicazioni ma sono comunque ottimisti in base agli esiti dello studio.

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L’aspirina interferisce col coagulo del sangue

Aspirina

Attualmente l’aspirina è usata per alleviare dolore e febbre provocati da mal di testa, mestruazioni, lesioni muscolari, raffreddore ecc. È inoltre assunta anche come anticoagulante per ridurre rischi di infarti e ictus. Secondo i ricercatori l’aspirina può essere usata contro Covid-19 perché aiuta a prevenire la coagulazione del sangue.

I risultati dello studio hanno evidenziato come l’aspirina abbia fatto scendere la percentuale di rischio di morire in ospedale del 47%, rispetto a coloro che non la prendevano. “Si tratta di una scoperta cruciale che deve essere confermata attraverso uno studio clinico randomizzato“, spiega Jonathan Chow, assistente professore di anestesiologia all’UMSOM e autore principale della ricerca. “Se la nostra scoperta fosse confermata, l’aspirina diventerebbe il primo farmaco da banco ampiamente disponibile per ridurre la mortalità nei pazienti con Covid-19“.

L’aspirina va a minare il modo in cui il sangue coagula, ecco perché è potenzialmente benefico per i malati di Covid-19. Tuttavia, gli stessi studiosi credono che siano necessari studi più approfonditi su questo tema poiché la loro è una ricerca retrospettiva. Ci vorrebbe uno studio controllato randomizzato, in cui selezionare metà dei pazienti  in modo casuale per ricevere aspirina e l’altra metà che invece non la riceve.

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