L’allarme di Miozzo: rispettare le regole o sarà lockdown

Il coordinatore del Comitato tecnico scientifico fa capire che è fondamentale attenersi alle restrizioni dell’ultimo Dpcm. “Ho letto di tutto, soprattutto analisi totalmente errate e disorientanti di pseudo esperti”, attacca Miozzo al Corriere.

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Il coordinatore del Cts Agostino Miozzo – meteoweek.com

La situazione del Covid-19 in Italia torna a farsi pesante. Sul piano dei numeri abbiamo abbondantemente superato la crisi avvenuta in primavera, anche se per il momento il lockdown appare solo come una soluzione estrema. Ma nel frattempo c’è un altro problema, portato alla luce da Agostino Miozzo. Il coordinatore del Comitato tecnico scientifico, intervistato dai colleghi del Corriere della Sera, sostiene che vengano fuori ogni giorno troppe interviste sul tema del Covid. Tanto da attaccare in maniera netta alcuni sedicenti esperti, che rendono note informazioni errate o campate in aria.

Miozzo ha parlato anche di “analisi totalmente errate e disorientanti di pseudo esperti“. Il suo attacco è rivolto in particolare a chi, senza avere la reale consapevolezza e conoscenza dell’argomento, propone “soluzioni magiche a problemi estremamente complessi“. Tanto che il coordinatore del Comitato tecnico scientifico propone una certa differenza, tra le dichiarazioni degli esponenti del Governo e quelle degli scienziati. “Che siano i politici a criticare le indicazioni del Cts mi sembra quasi legittimo, è nel pieno diritto. Che siano dei tecnici a dire cose inesatte e fuorvianti è molto meno legittimo“, tuona Miozzo.

La sua invettiva prosegue, anche quando al centro del fuoco nemico c’è proprio il Comitato di cui è coordinatore. Anche perchè è lui stesso a far capire che vengono imputate al Cts “responsabilità di una situazione figlia delle sofferenze imposte al sistema sanitario italiano nei decenni passati“. Una situazione che Miozzo non riesce ad accettare, tanto da usare anche in questo parole forti: “Ciò è, non solo scorretto, ma direi disonesto“, dichiara. E si scaglia contro chi ora fa la voce grossa, mentre ai tempi dei tagli alla sanità non c’era tutto questo clamore.

Miozzo approva l’ultimo dpcm

Secondo il coordinatore del Comitato tecnico scientifico, il nuovo Dpcm firmato dal premier Conte “risponde alla situazione attuale del Paese che è in rapidissimo peggioramento. Le stesse misure le ha adottate oggi la Germania“. Miozzo svela anche che già dal 18 aprile erano state richieste delle misure di restrizione e riduzione dei picchi di utilizzo del trasporto pubblico. Ciò non è avvenuto, o quantomeno non abbastanza, come rivela il dirigente del Cts. Tanto che, come sempre, carta canta: “I verbali dimostrano che lo abbiamo scritto per ben 20 volte sollecitando, a più riprese, un nuovo concetto di mobilità“.

Agostino Miozzo sfodera gli artigli – meteoweek.com

Ci sono state e continuano a esserci manifestazioni di protesta, proprio contro l’ultimo Dpcm. In particolare per quanto riguarda la chiusura delle palestre e delle piscine, ma anche la riduzione degli orari per le attività di ristorazione. Miozzo anche in questo caso è stato molto chiaro, facendo capire che certe regole vengono imposte per “orientare i comportamenti dei nostri concittadini al rispetto rigoroso del distanziamento, alla riduzione di tutti i contatti a rischio, alla limitazione di tutte le possibili occasioni di contagio“.

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Come scongiurare il lockdown

Anche la situazione degli ospedali mostra grande difficoltà. In particolare Miozzo segnala che questi problemi avvengono “nei territori in ritardo nell’organizzazione dei percorsi dedicati ai pazienti Covid“. Ma c’è un modo per alleggerire la pressione sui nosocomi, ed è quella di “coinvolgere medici di famiglia e pediatri di libera scelta fornendo loro tutti i mezzi per operare, i materiali di protezione, gli strumenti diagnostici“. E in tal senso il coordinatore del Comitato tecnico scientifico applaude la scelta di fornire i test rapidi anche ai medici di base.

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Ma la domanda che tutti gli italiani si pongono riguarda il rischio di un secondo lockdown. Miozzo, in tal senso, è abbastanza laconico pur dando una scadenza ai connazionali: “Occorrono almeno due settimane, poi saremo pronti per decidere se abbiamo raggiunto il limite non compatibile e si deve passare ad un intervento più radicale come quello che abbiamo già dolorosamente sperimentato a marzo e aprile“. Il coordinatore del Cts chiude l’intervista spiegando anche cosa bisogna fare per evitare tutto questo: “Solo con il rispetto rigoroso delle regole, il lockdown potrà essere ricordato come una brutta esperienza del passato“.

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