Strage di Nizza, la famiglia del terrorista: “Ci ha mandato una foto davanti la basilica”

Strage di Nizza, la famiglia del terrorista ha confermato l’identità di Brahim Aoussaoui: “Ci aveva mandato una foto davanti la basilica, è lui”. Ai media locali, il fratello racconta che il 21enne voleva passare la notte davanti la chiesa.

strage di nizza - famiglia di Brahim Aoussaoui
la madre del terrorista Brahim Aoussaoui – foto via Getty Images

Si è verificato nella mattinata di ieri, giovedì 29 ottobre, l’attacco terroristico che è costato la vita a tre persone e che ha portato al ferimento di altri presenti. A Nizza, nella zona della basilica di Notre-Dame de l’Assomption, il terrorista di 21 anni Brahim Aoussaoui ha decapitato le sue vittime, armato di coltello.

Di origini tunisine, secondo quanto riportato dai media nelle scorse ore, il terrorista sarebbe arrivato in Francia tramite uno sbarco avvenuto a Lampedusa, nel mese di settembre. Bloccato e fermato dalle autorità francesi, ora Aoussaoui è sotto arresto. Già avviate le indagini in merito all’attacco, e a collaborare con le autorità dell’anti-terrorismo si è attivata anche la famiglia del giovane.

“Non aveva mai mostrato tendenze estremiste”

Secondo quanto si apprende dalle fonti, Brahim Aoussaoui, autore della strage di Nizza, avrebbe detto al fratello di voler passare la notte davanti alla basilica di Notre Dame. A riferirlo sarebbe stato lo stesso fratello intervistato dalla rete televisiva Al-Arabiya, spiegando che il terrorista gli avrebbe poi mandato una foto che lo ritraeva vicino alla chiesa.

Brahim Aoussaoui
il terrorista Brahim Aoussaoui – foto via Il Corriere

In merito a quanto successo si è espressa anche la madre del 21enne. La donna, sempre intervistata dai giornali locali, avrebbe riferito che il figlio l’ha chiamata al suo arrivo in Francia, ma che non era minimamente a conoscenza dei piani che il figlio stava architettando. Persino uno dei vicini di casa di Brahim Aoussaoui avrebbe detto che il giovane non aveva mai mostrato tendenze estremiste, e che si era dedicato a “diversi lavori”.


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Nonostate i primi attimi di incredudilità davanti al sopraggiungere delle foto identificative allegate alla notizia della strage di Nizza, per la famiglia non ci sono dubbi. Gli affetti del terrorista hanno confermato alle autorità e alla stampa che “quello che abbiamo visto nelle immagini è lui, il nostro figlio“.


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Per cercare di ricostruire attentamente i momenti esatti prima dell’attacco terroristico, le auotorità stanno cercando di risalire a tutti coloro che sono entrati in contatto con il 21enne. Tra questi, agli investigatori dell’anti-terrorismo stanno interrogando anche chi era con lui a bordo della nave Rhapsody, durante i giorni della quarantena sanitaria dopo essre giunto a Lampedusa con il barchino.

Tra coloro che hanno già deposto delle testimonianze, c’è chi dice sia stato gran parte del tempo al telefono, durante la permanenza sulla nave. Agli altri raccontava di raggiungere la Francia perché intenzionato a ricongiungersi con alcuni suoi parenti. Fatto, questo, che è ancora in fase di verifica – così come in fase di verifica l’identità delle persone con cui Brahim Aoussaoui parlava al telefono.

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