Marcia dei Ristoratori contro il dpcm: in 200 a piedi da Firenze a Roma

Ben 200 ristoratori si sono riuniti su Ponte Vecchio a Firenze per dare il via alla marcia contro il dpcm che impone la chiusura delle loro attività: andranno a piedi a Roma.

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La protesta a Firenze delle “categorie non essenziali” – meteoweek.com

Nel dpcm del 18 ottobre scorso a bar e ristoranti era stata imposta la chiusura anticipata. Il nuovo decreto, che verrà firmato oggi dal Premier Giuseppe Conte, prevede misure ancora più dure. Nelle regioni d’Italia ad alto rischio, in base alla bozza, sarà decretato lo stop a bar e ristoranti a qualsiasi orario, nonché alle attività commerciali al dettaglio, ad eccezione di quelle di generi alimentari. La divisione ufficiale tra zone rosse, arancioni e versi non è stata ancora annunciata. In molte regioni, tuttavia, i ristoratori rischiano la chiusura totale. Un provvedimento che potrebbe portarli al fallimento.

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La marcia dei ristoratori

Ben duecento ristoratori hanno dunque dato il via, per protesta contro la chiusura forzata del nuovo dpcm, ad una marcia: da Firenze arriveranno a piedi a Roma. La manifestazione che segna l’inizio del lungo cammino, con striscioni e cartelli, ha avuto luogo a Ponte Vecchio quest’oggi. Tra i manifestanti anche lo chef Gianfranco Vissani. La protesta è stata organizzata dal gruppo Ristoratori Toscana e da Tni, Tutela Nazionale Imprese. Non vi prenderanno parte, tuttavia, soltanto gestori di bar e ristoranti. Insieme a loro, infatti, ci saranno anche rappresentati delle categorie più colpite dall’epidemia di Coronavirus e che stanno subendo le gravi conseguenze causate dal lockdown prima e dal blocco parziale adesso. È il caso, ad esempio, di commercianti, Ncc, tassisti e artigiani. Insieme per una protesta pacifica, rigorosamente dotati di dispositivi di protezione.

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I lavoratori danneggiati dal nuovo dpcm del Governo protestano a Ponte Vecchio

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La marcia dei ristoratori ha avuto inizio, questa mattina, con un omaggio a Luca, ristoratore fiorentino di 44 anni che ad agosto scorso si è suicidato proprio perché temeva un futuro buio per la sua attività. Un altro lockdown lo avrebbe portato al fallimento. Il gesto estremo un sabato pomeriggio afoso, nella sua trattoria a due passi da piazza Santa Croce, quando ormai tutti i suoi dipendenti erano andati via. Per lui è stato fatto un minuto di silenzio. “Un minuto di silenzio perché il sacrificio di Luca non vada sprecato“, ha detto Pasquale Naccari, portavoce del gruppo Ristoratori Toscana.

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