Gigi Proietti, l’attore attraversa Roma per l’ultima volta: i funerali [VIDEO]

Lutto cittadino oggi a Roma, dove questa mattina si sono svolti i funerali di Gigi Proietti. A Villa Borghese prima e a Piazza del Popolo poi, l’attore ha detto addio alla sua città. Una città distante, causa disposizioni anti Coronavirus; ma mentalmente unità, lì, per salutare l’attore. 

Un lungo e caloroso applauso ha accolto la salma di Gigi Proietti, l’attore romano deceduto il 2 novembre, giorno in cui avrebbe compiuto 80 anni. A Roma si è celebrato questa mattina l’ultimo saluto per Gigi, simbolo della città e dell’Italia intera che oggi si è stretta in un commosso abbraccio, pur virtuale e a distanza. A causa delle disposizioni anti Coronavirus, infatti, non è stato possibile per tutti radunarsi in quelle aree dove, per l’ultima volta, è passato l’attore. Per questo, la cerimonia funebre è stata trasmessa in diretta su Rai per permettere alle persone di poter seguire l’ultimo saluto a quello che, per Roma, era molto più che un personaggio pubblico.

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La salma è arrivata intorno alle ore 10.15 di questa mattina al Globe Theatre, teatro che sarà poi intitolato a lui. Lì, all’interno del teatro che porterà il suo nome, si è svolta una piccola cerimonia in suo onore. Colleghi, amici di teatro e di una vita hanno omaggiato Gigi Proietti ricordandolo proprio come lui ha sempre vissuto: con la recitazione, con la passione, con l’arte della parola. E’ stato trasmesso anche un videomessaggio del Primo Cittadino di Roma Virginia Raggi, che non ha potuto essere lì in quanto risultata positiva al Coronavirus. 

Il corteo funebre, distanziato e sobrio, si è poi spostato a Piazza del Popolo, una piazza inaccessibile al pubblico e transennata. Dietro le transenne, tuttavia, diverse persone erano lì a ricordare l’attore con striscioni e fiori. All’interno della Chiesa degli Artisti, poi, si è svolto il funerale. Un addio, quello di Gigi, che sarà sempre un saluto: un simbolo, lui, per Roma; così come lo fu Alberto Sordi. Solo che, allora, non c’era il Coronavirus. 

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