Spirli: “È un tentativo di piegare la schiena ai calabresi che non si inginocchieranno”

Il presidente facente funzioni della Giunta della Calabria, Nino Spirlì, ha parlato della decisione di rendere la Calabria zona rossa.

Spirli: “È un tentativo di piegare la schiena ai calabresi che non si inginocchieranno” – meteoweek

Il nuovo Dpcm è uscito: la Calabria è zona rossa insieme al nord, ma a molti questa decisione non è proprio piaciuta. Il primo a parlarne è Nino Spirli, il Presidente facenti funzioni della Giunta che ha dichiarato pubblicamente il proprio dissenso: «Alle ore 20 di stasera, il ministro Speranza mi ha comunicato, per telefono, che il Consiglio dei ministri aveva deciso di dichiarare “zona rossa” tutta la regione Calabria. L’ho appreso con costernazione, rabbia e sgomento. Penso alle decine di migliaia di imprese che saranno costrette a chiudere i battenti forzatamente e, a mio parere, senza un motivo valido; penso ai due milioni di calabresi che si vedono privati delle più elementari libertà personali; mi arrabbio, perché tutto questo poteva essere evitato, se solo il Governo avesse ascoltato i miei ripetuti appelli che, carte alla mano, ho fatto – nei giorni scorsi e fino alle ultime ore – per cercare di convincere chi, in realtà, si era già abbondantemente convinto a prescindere». Le parole di Spirli sono molto dure e potrebbero alimentare, nei prossimi giorni ulteriori proteste, come già avvenuto in altre zone del Paese: «È un tentativo – afferma Spirlì – di piegare la schiena ai calabresi, che non si inginocchieranno neanche questa volta, come non hanno mai fatto.

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È una decisione ingiusta che ci accomuna a territori ben più in crisi, premiando – e non ne sono dispiaciuto, anzi – altre regioni che vivono la nostra stessa condizione. Una sordità istituzionale, quella nei confronti della nostra regione, ingiustificata, sospetta, che si manifesta doppiamente con la stranezza di un Decreto Calabria – punitivo della nostra sanità – messo come unico punto di discussione all’ordine del giorno di un Consiglio dei ministri in cui sono volate parole grosse e nel quale si sono manifestati dissensi e astensioni». «Se non fossi una persona libera dai pregiudizi – conclude il presidente ff della Regione -, potrei sospettare un pregiudizio nei nostri confronti. Ai calabresi chiedo di rispettare le leggi, anche quando sono inique. Queste due settimane finiranno presto e, grazie ai nostri risultati finali, smentiremo tutte le menzogne che in questi giorni sono state dette sulla nostra regione. Coraggio, ce la faremo: siamo calabresi».

 

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La decisione del governo, tuttavia, non è stata presa in base al numero dei contagi ma alla situazione della sanità e delle terapie intensive. Se i trend di contagio dovessero essere confermati con un Rt pari all’1.66 e un’incidenza pari al 166.73 per 100mila, c’è più del 50% di possibilità che i posti di terapia intensiva siano occupati per oltre il 30% e quelli nei reparti per oltre il 40%. Da Reggio Calabria a Cosenza, è panico. Cinque giorni fa, il Policlinico Universitario Mater Domini e l’ospedale Pugliese Ciaccio, entrambi di Catanzaro, hanno dovuto alzare bandiera bianca e dichiarare il “tutto esaurito” nei reparti di malattie infettive, incluso quello appena aperto. Lo stesso è successo due giorni fa con la Terapia Intensiva Covid al Mater Domini. Il 25 ottobre, stessa situazione critica si registrava a Cosenza, dove 33 ricoveri hanno saturato i reparti di Pneumologia e Malattie infettive. La Calabria è seriamente a rischio, anche se non se ne rende conto.

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