Detroit ha “2.503 morti registrati” incluso “un elettore nato nel 1823”. Qualcosa non torna…

Un post su Facebook prova a smascherare eventuali inganni, basandosi sulle liste elettorali di Detroit. Qui sono presenti diverse persone già decedute e nomi duplicati e triplicati. Ma non si tratta di una frode: spieghiamo perchè.

grafico facebook elettori detroit
Il grafico caricato su Facebook e subito smentito – meteoweek.com

Persone morte nelle liste elettorali in alcune città degli Stati Uniti? Una situazione difficile da credere, soprattutto nel 2020 in cui l’attenzione e l’affidamento ai mezzi tecnologici dovrebbero farla da padroni. Tuttavia, come si legge su Politifact, sarebbero emersi dei clamorosi svarioni (veri o presunti) nel corso delle elezioni per il nuovo presidente degli Stati Uniti. E sulla base degli attacchi lanciati in queste ore dal candidato uscente Donald Trump, la situazione si fa ancora più calda, viste le ultime presunte scoperte.

Ci spostiamo a Detroit, una delle città in cui si è verificata una serie di sorpassi e controsorpassi tra i due contendenti. Qui il successo di Joe Biden sembrava schiacciante, ma nel corso dello spoglio si è assistito allo spunto di Trump. Tuttavia, alla fine il Michigan è andato proprio in favore del candidato democratico per una manciata di voti. Ma è qui che i conti non sembrano tornare. Un grafico che è stato anche condiviso su Facebook, il giorno dopo la fine dello spoglio nello Stato, mostrerebbe la presenza di diversi elettori già morti. E il numero non sarebbe nemmeno esiguo.

L’immagine di cui sopra avrebbe mostrato uno scenario inquietante per quanto riguarda la città di Detroit. Una situazione riassunta in quattro punti, uno più grave dell’altro. Nello specifico, quella che negli Stati Uniti viene ribattezzata Motor City aveva 4.788 registrazioni di elettori duplicati, 32.519 elettori registrati in più rispetto agli elettori idonei e 2.503 persone morte registrate. Quest’ultimo punto sarebbe senza dubbio il più grave, se consideriamo anche che tra i deceduti che avrebbero avuto diritto al voto ce ne sarebbe uno morto addirittura nel 1823.

Donald Trump vuole andare fino in fondo – meteoweek.com

La causa contro la città di Detroit

Nel frattempo sul social network questo post è stato oggetto di diverse segnalazioni ed è stato eliminato. Ma sempre sui social media sono state trovate altre dichiarazioni di questo tipo, sempre a Detroit e in Michigan. Venivano a galla altre storie di elettori che però sarebbero già morti e si continuava a parlare di frode e di corruzione nella città e nello Stato. Ma si tratta, come si presuppone, di tesi basate sul nulla o addirittura di tesi false. Tanto che una causa avviata nelle scorse settimane è stata subito ritirata dai grandi accusatori dopo un rapporto mostrato dalla Fox.

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La causa è stata intentata dalla Public Interest Legal Foundation. Si tratta di una organizzazione che si occupa di intentare cause per aumentare il grado di attenzione sulla lista degli elettori nelle grandi città. Un altro aspetto che viene curato da questa fondazione riguarda la ferma opposizione al voto via posta. Si tratta di due dei capisaldi delle grandi accuse formulate negli ultimi giorni da Donald Trump. Nel dicembre scorso l’associazione ha intentato una causa contro la città di Detroit, proprio per non aver tenuto aggiornato l’elenco degli elettori.

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E qui sarebbero venuti a galla i numeri assurdi che si stanno ripetendo in queste ore. Oltre 2.500 le persone già morte ma ancora inserite nelle liste elettorali della città di Detroit. Inoltre la Public Interest Legal Foundation avrebbe trovato nominativi duplicati o addirittura triplicati, per un totale di 4.788 casi in tutta la lista. Janice Winfrey, impiegato comunale di Detroit, ha replicato così: “Abbiamo fatto qualche ricerca in più, la conclusione è stata che si trattava di un errore tipografico“.

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I sostenitori di Trump chiedono chiarezza sui voti – meteoweek.com

L’attacco nei confronti della Fondazione riguarda proprio l’accusa mossa in merito alla presenza di persone morte nelle liste elettorali. Di per sè, infatti, la loro presenza negli elenchi non rappresenta una frode, ma lo diventa al momento in cui qualcuno vota a nome loro. Cosa che a Detroit, in questa tornata elettorale negli Stati Uniti, non sarebbe accaduta. “Gli amministratori delle elezioni verificano molte informazioni prima di elaborare un voto, sia per posta che di persona”, sostiene Thessalia Merivaki, docente di scienze politiche alla Mississippi State University.

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Anche perchè nel frattempo tutti gli Stati americani hanno migliorato il proprio rapporto con la tecnologia in tema elettorale. Lo si è visto con la recente affiliazione al National Electronic Registration Information Center, il sistema che mostra in tempo reale lo stato degli elettori presenti nei registri. Ecco perchè il post su Facebook e la successiva causa intentata dalla Fondazione non è altro che un tentativo per imbrogliare a propria volta. Anche perchè la suddetta causa è stata ritirata a giugno di quest’anno, non avendo basi solide sulle quali poggiarsi.

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