Pedofilia, il cardinale McCarrick che ingannò Giovanni Paolo II

La segreteria di Stato vaticana ha oggi pubblicato gli esiti del Rapporto sulla conoscenza istituzionale e il processo decisionale della Santa Sede riguardante l’ex Cardinale Theodore Edgar McCarrick, un Rapporto commissionato da Papa Francesco al fine di far luce circa voci e accuse di abusi sessuali riguardanti l’ex cardinale americano.

Pedofilia, gli esiti del Rapporto sull’ex cardinale McCarrick

Dopo due anni di lavoro, la Segreteria di Stato vaticana ha pubblicato gli esiti del Rapporto commissionato da Papa Francesco riguardante l’ex cardinale americano Theodore McCarrick, nonché arcivescovo di Washington, accusato di abusi sessuali da Papa Francesco nel 2019. Tali abusi, sarebbero stati messi in atto dall’ex cardinale sia su minorenni che su maggiorenni decenni fa. A questi si aggiungerebbe anche l’accusante dell’uso della confessione quale momento atto a commettere tali crimini. McCarrick avrebbe dunque abusato del suo potere nei confronti dei seminaristi al fine di abusarne sessualmente nella sua casa al mare della diocesi.

Ciò che emerge dal Rapporto diffuso oggi è che al momento della nomina dell’arcivescovo a Washington nel 2000, la Santa Sede ha agito sulla base di informazioni “parziali e incomplete”, omettendo e sottovalutando i fatti accaduti. Fino al 2017 nessuna accusa circostanziata ha mai riguardato abusi o molestie ai danni di minori. “Nessuno ha fornito alcuna documentazione sugli addebiti”: è quanto si legge nel Rapporto nel quale si specifica che sono emerse dalle testimonianze di racconti traumatizzanti o persino non adatti ai minori. È stato Papa Francesco ad agire nell’immediato, quando è arrivata la prima denuncia nei confronti dell’ex cardinale ora 90enne: ritirando dalla guida della diocesi dal 2006 dopo l’intervento di Benedetto XVI, togliendogli la porpora e poi dimettendolo dallo stato clericale.

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Voci che circolavano da decenni, lettere anonime di denuncia, nonché una vera e propria denuncia che non fu ritenuta vera. Nonostante ciò, McCarrick ha potuto fare carriera e assumere un certo spessore nella Chiesa: prima diventare vescovo di una diocesi di periferia, poi vescovo di una diocesi intermedia e, infine, arcivescovo di Washington, arrivando persino alla porpora. Tutto ciò, superando indenne gli esami che precedono le nomine e che coinvolgono sotto giuramento diverse persone. Il rapporto che solo ora è stato pubblicato dal Vaticano sul caso McCarrick mostra un sistema molto condizionabile. Eppure, persino Giovanni Paolo II, quando McCarick divenne arcivescovo di Washington, liquidò le voci sul suo conto dell’arcivescovo americano come “voci, infondate o comunque non provate”. Wojityla, invece, chiese al nunzio dell’epoca di verificare la fondatezza di queste accuse. Ma l’inchiesta scritta non portò ad alcuna prova concreta: tre dei quattro vescovi del New Jersey consultati fornirono informazioni non accurate e incomplete.


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“Si sono verificate purtroppo omissioni e sottovalutazioni, sono state compiute scelte poi rivelatesi sbagliate, anche perché, nel corso delle verifiche a suo tempo richieste da Roma, non sempre le persone interrogate hanno raccontato tutto ciò che sapevano”: si legge nel rapporto elaborato dalla Segreteria di Stato vaticana per volontà del Papa. Il documento in questione si intitola Rapporto sulla conoscenza istituzionale e il processo decisionale della Santa Sede riguardante l’ex Cardinale Theodore Edgar McCarrick (dal 1930 al 2017).

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