Arresti ex Aspi: si indaga su 60 km di barriere, messe già in sicurezza

Oltre 60 km di barriere della rete autostradale Aspi era inadeguata. La Procura di Genova sta indagando sugli ex dirigenti, accusati di frode allo Stato. I lavori per la sostituzione delle barriere sono intanto già terminati.

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Le barriere antirumore presenti in 60 km di rete autostradale erano inadeguate – meteoweek.com

Una indagine della Procura di Genova, secondaria a quella relativa al crollo del Ponte Morandi, riguarda le barriere integrate anti-rumore realizzate da Autostrade per l’Italia. Per diversi dirigenti che erano ai vertici della concessionaria al momento della strage sono scattate mercoledì mattina le misure cautelari. Sono accusati di attentato alla sicurezza dei trasporti e frode nei confronti dello Stato. Non hanno, infatti, messo in sicurezza i pannelli né comunicato agli organi di vigilanza, ovvero il Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, le difformità, mettendo in pericolo la popolazione.

Tra gli indagati ci sono Giovanni Castellucci, amministratore delegato Aspi fino a gennaio 2019, Michele Donferri Mitelli, ex responsabile delle manutenzioni e Paolo Berti, ex direttore centrale operativo. Insieme a loro anche due attuali manager della società. Uno di loro è Stefano Marigliani, direttore del primo tronco di Genova. Tutti si trovano attualmente agli arresti domiciliari.


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La nota di Aspi

Autostrade per l’Italia (Aspi) ha emesso una nota di precisazione relativamente alle misure cautelari nei confronti di ex vertici della società e attuali manager. “L’indagine della Procura di Genova – si legge – riguarda una specifica tipologia di barriere integrate anti-rumore, denominate “Integautos“, presenti su circa 60 dei 3000 km di rete di Autostrade per l’Italia”. La totalità delle barriere in questione, viene sottolineato, è già stata verificata e messa in sicurezza con “opportuni interventi tecnici effettuati tra la fine del 2019 e gennaio 2020 nell’ambito del generale assessment delle infrastrutture messo in atto dalla società su tutta la rete autostradale”.

Aspi ha inoltre svelato di essere già a conoscenza dell’indagine da dicembre 2019. Ciò, si legge, era avvenuto a seguito di un “provvedimento di sequestro di documentazione notificatole dalla Guardia di Finanza di Genova”.

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L’inchiesta della Procura di Genova per rintracciare i responsabili dell’attentato alla sicurezza – meteoweek.com

Per questa ragione all’inizio del 2020 Aspi si è prontamente attivata per la definizione di un piano di sostituzione di tali infrastrutture. Esso, si legge, è articolato in tre fasi. “Una prima fase propedeutica agli interventi, attualmente in corso. Una seconda fase, che prevede la sostituzione delle barriere nei punti maggiormente esposti a impatto acustico, pianificata dalla seconda metà del 2021. Una successiva terza fase completerà invece la sostituzione sugli altri punti“.


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La società evidenzia anche il budget di tale operazione. “La spesa per la totalità degli interventi di sostituzione, pari a circa 170 milioni di euro, è già stata autorizzata dal Consiglio di amministrazione di Aspi dell’aprile 2020 e sarà a completo carico della società”, si legge. E aggiunge che “tutte le procedure di controllo e di sicurezza, nonché le soluzioni progettuali per la sostituzione delle barriere, sono stati definiti con gli organi tecnici preposti del Ministero delle infrastrutture e trasporti“.

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