Nuovo stop al ‘pezzotto’, oscurati oltre 5mila siti: cosa rischiano gli utenti

La Guardia di Finanza avrebbe intercettato oltre cinque milioni di fruitori del cosiddetto ‘pezzotto’. L’operazione si è svolta in ben 19 Paesi e avrebbe portato a sequestri dal valore complessivo di 10 milioni di euro.

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I rischi nel guardare la TV online in maniera illegale – meteoweek.com

Continua la lotta delle forze dell’ordine e delle istituzioni contro il cosiddetto ‘pezzotto‘. Si tratta della maniera comune e volgare con cui viene ribattezzata la Internet Protocol Television, meglio nota con la sua sigla IPTV. La nuova operazione ha avuto luogo nella giornata di ieri, con ben 19 Paesi coinvolti dalle indagini della Guardia di Finanza. Alla fine sono stati oscurati oltre 5.500 siti che forniscono in maniera illegale l’accesso ai canali a pagamento. A questi si aggiungono circa 370 canali privati su Telegram, che forniscono dei link per vedere partite e altri eventi su Internet, senza dover pagare l’abbonamento previsto.

Una indagine che ha portato anche ad altri provvedimenti nei confronti di quelli che possono essere considerati i ‘provider del pezzotto’. E così la Procura di Napoli ha inserito nel registro degli indagati 23 persone, i quali si sono visti sequestrare beni del valore complessivo di 10 milioni e 619mila euro. I militari della Guardia di Finanza hanno eseguito perquisizioni nei confronti di 100 tra i principali rivenditori in Italia di questi abbonamenti. Le perquisizioni e i sequestri sono stati il frutto delle indagini compiute anche in altri 12 Paesi europei.

Gli inquirenti si sono serviti di un software di intelligenza artificiale, capace di analizzare i Big Data. Grazie a questi si è arrivati ai rivenditori del ‘pezzotto’ nel nostro Paese. Si tratta di soggetti che fanno parte di organizzazioni di pirateria audiovisiva. Ma in questo caso è stato possibile rintracciare anche i fruitori del servizio. Tra le altre cose, gli oltre 600 finanzieri coinvolti nelle indagini italiane sono riusciti a risalire anche ai metodi di pagamento. Alcuni dei rivenditori consentivano il pagamento in criptovalute, ma nel frattempo sono stati sequestrati 334 account Paypal utilizzati dai rivenditori stessi.

La Guardia di Finanza è intervenuta ancora una volta – meteoweek.com

Molte persone pensano solo alla convenienza economica e non credono di commettere alcunché di male – dichiara il tenente colonnello Gian Luca Berruti, intervenuto durante una conferenza stampa – . In realtà il semplice possesso del device usato per ricevere il segnale, quello che in gergo viene definito ‘pezzotto’, costituisce un reato penale. Questo è uno dei motivi per cui, quando abbiamo oscurato i siti, abbiamo reindirizzato gli utenti ad una pagina che li avvertiva di che cosa vanno incontro“.

Cosa rischiano gli utenti del pezzotto

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Ma come detto, a differenza di altre operazioni che hanno mirato contro i fornitori del pezzotto, questa volta nel mirino ci sono anche i clienti. Ne ha parlato anche il sostituto procuratore di Napoli, Valeria Sico, interpellata in quanto coordinatrice delle indagini che si sono concluse ieri: “Noi abbiamo acquisito traccia di tutti gli indirizzi Ip di chi ha utilizzato il servizio utilizzando una linea fissa o una linea mobile. Nei prossimi mesi si valuterà come procedere nei confronti di queste persone. Parliamo di 5 milioni di utenti“.

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Ma cosa rischiano realmente coloro i quali sono stati ‘beccati’ a utilizzare il servizio illegale online per la visione di eventi sportivi? A questa domanda risponde ancora una volta il tenente colonnello Berruti: “Con l’operazione The Perfect Storm per ora abbiamo colpito la ‘cupola’ dell’organizzazione che vendeva contenuti Iptv illegali e la rete dei re-sellers ma anche i clienti rischiano dai 6 mesi ai 3 anni di reclusione e una multa da 2.500 a 25.800 euro“.

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