Giallo su Ayman Al Zawahiri: il leader di Al Qaeda è morto?

Ayman Al Zawahiri, leader di Al Qaeda, potrebbe essere morto per cause naturali. A rivelarlo sono alcuni media arabi. La conferma ufficiale, tuttavia, non è ancora arrivata.

Ayman Al Zawahiri
Ayman Al Zawahiri, leader di Al Qaeda, potrebbe essere morto – meteoweek.com

I media del Pakistan hanno annunciato la morte di Ayman Al Zawahiri. Essa sarebbe avvenuta nei pressi di Ghazni, in Afghanistan, per motivi respiratori. Il leader di Al Qaeda, infatti, soffriva di asma. La patologia negli ultimi mesi non sarebbe stata curata come necessario, per cui avrebbe causato il decesso. Alcune fonti rivelano inoltre che era estremamente malato anche a causa di un problema di insufficienza renale. Il funerale si sarebbe svolto alcune settimane fa in presenza di un gruppo ristretto di seguaci. Non è chiaro quale sia la località in cui si sarebbe celebrato.

La notizia della morte del capo di Al Qaeda è arrivata da fonti locali attendibili come Arab News. A confermarla anche funzionario della sicurezza pakistana attivo nelle aree tribali al confine con l’Afghanistan: “Crediamo che non sia più vivo. Siamo fermi sul fatto che sia morto per cause naturali“, ha detto. Essa sembrerebbe inoltre plausibile sia in virtù delle precarie condizioni di salute dell’erede di Osama Bin Laden sia delle sue mancate apparizioni del recente passato. I suoi ultimi messaggi infatti erano ormai molto datati. L’ultima volta era apparso in un video registrato in occasione dell’anniversario dell’attentato alle Torri Gemelle.


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Il decesso non è stato tuttavia ancora confermato in via ufficiale, né le fonti anonime vicine ad Al Qaeda hanno potuto rivelare la propria identità. Il motivo sta probabilmente nel fatto che il movimento islamista vuole trovare un successore di Ayman Al Zawahiri prima di annunciarne la morte. La gerarchia è stata infatti rivoluzionata dall’uccisione del vice Abdullah Abdullah, avvenuta a Tehran sei mesi fa. Il papabile nuovo capo potrebbe adesso essere Seif al Adel, anch’egli egiziano, individuato più volte in Iran e successivamente probabilmente migrato proprio nell’area afghano-pakistana. Non sono da escludere, tuttavia, eventuali emiri di fronti regionali. La designazione potrebbe ad ogni modo richiedere tempo.

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