Le città italiane più colpite dal Covid secondo la Protezione civile: ecco la classifica

Arriva la classifica della Protezione civile sulle città italiane più colpite dal Covid-19 in termini di contagi. Lo studio del Cerved mostra invece le previsioni dal punto di vista economico: “Gli effetti dello choc Covid sulle città medie italiane si diversificheranno”.

Le città italiane più colpite dal Covid secondo la Protezione civileNon sono solo le grandi città quelle che stanno patendo di più per gli effetti della pandemia. Molti centri medio-piccoli hanno subito un forte choc a causa del Covid, anche dal punto di vista economico. Milano, Napoli, Torino, Roma, Varese, Monza, Brescia, Genova, Firenze, Caserta: è la classifica della Protezione civile per quanto riguarda le dieci città italiane che, unitamente alle loro province, hanno registrato il maggior numero di contagi. Nello specifico, i dati del 26 novembre assegnano a Milano e provincia 146.676 casi, cioè 4.472 ogni centomila abitanti. A Napoli e provincia, invece, i contagi sono stati 90.974, cioè 2.951 ogni centomila abitanti. Con un incremento di 2.090 contagi. A Torino e provincia 85.474, cioè 3.795 ogni centomila abitanti. Con un incremento di 1.269. A Roma e provincia 82.849, cioè 1.912 ogni centomila abitanti. Con un incremento di 2.170. A Varese 41.445 casi, a Monza e Brianza 41.239, a Brescia 33.085, a Genova 29.796, a Firenze 28.014, a Caserta 27.531, ovvero in quest’ultima provincia, 2.985 casi ogni centomila abitanti.

Le città italiane più colpite dal Covid secondo la Protezione civile


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Una situazione tragica, che sembra non arrestarsi: a Milano i nuovi casi sono stati 2.060, di cui 1.020 in città, con un calo dei ricoveri in terapia intensiva che ha interessato l’intera Lombardia. Mentre, a Varese 559, a Como 464. Non meno allarmante è la situazione a Napoli. “Come Regione abbiamo predisposto piani operativi per diversi scenari. La carenza che si registra in tutta Italia è la mancanza di medici specialisti. Auspichiamo che il Miur parli con il Ministero della Salute per capire il fabbisogno. Le nuove misure ci hanno permesso di immettere 4mila unità”: ha detto Antonio Postiglione, della direzione generale per la Tutela della salute e il coordinamento del Sistema sanitario regionale. Nella città di Roma i nuovi casi, il 26 novembre, sono stati circa 1.300. Nelle altre zone del Lazio se ne sono contati 476 con 23 decessi. L’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato, ha dichiarato a tal proposito che nel Lazio: “La stima del valore RT rimane stabile sotto a 1 (0.8). Bisogna comunque mantenere alta l’attenzione. La strada è ancora lunga e serve prudenza”. Anche la città di Caserta, nonostante si trovi al decimo posto nella classifica della Protezione civile, registra un numero di casi in rapporto agli abitanti superiore a quello di Roma. “Durante la seconda guerra mondiale quando suonava la sirena, si scappava nei bunker. Oggi dobbiamo fare lo stesso, dobbiamo scappare nelle abitazioni, evitare contatti con gli altri”: ha affermato di recente il sindaco di Caserta, Carlo Marino.


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Dal punto di vista economico, le dinamiche non sono certo più ottimistiche. Le città medie italiane hanno subito un notevole choc a causa del Covid. Come dimostra uno studio del Cerved per l’Anci, le previsioni sugli impatti che la pandemia avrà sui sistemi produttivi è preoccupante. Difatti, secondo i risultati del Cerved: “Gli effetti dello choc Covid sulle città medie italiane si diversificheranno in base alle specializzazioni dei sistemi produttivi territoriali. Nel 2020 impatti della crisi più severi a Chieti, Potenza e Campobasso. Cali più contenuti a Latina, Imperia e Parma con effetti mitigati dalla tenuta di farmaceutico e agroalimentare. A Brescia, Verona e Bergamo le perdite di fatturato più consistenti. E forte incidenza di imprese in crisi di liquidità a Prato”.

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