Studio su Covid: morti per conseguenze psicologiche dell’epidemia superano quelli per il morbo

Studio su Covid: morti per conseguenze psicologiche dell’epidemia superano quelli per il morbo. La ricerca 

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Il dottor Luis Severino Martin, dell’ospedale Colombo di Velletri (Roma) ha parlato dell’impatto psicologico dell’epidemia Covid nei pazienti che soffrono di reumatismi e nei soggetti sani. “In Italia, i pazienti reumatici no Covid-19 ma con malattie infiammatorie articolari hanno dovuto subire un doppio stress, terapeutico e psicologico, nel momento in cui le loro prestazioni di cura sono state spostate o annullate e il farmaco che erano abituati ad assumere è diventato irreperibile perché suscettibile d’uso anche per il Covid-19“.

Secondo una ricerca per l’Ars Toscana nel maggio 2020, è emerso che un malato cronico come ad esempio di patologie gastroreumatologiche, rischia in generale di contrarre Covid19 con sintomi rispetto a un individuo sano. In questo contesto, non è di aiuto lo stress cui è sottoposto il sistema sanitario anche per ciò che concerne coloro che non sono malati di Coronavirus. Infatti, il 55% di chi ha patologie croniche ha avuto difficoltà ad accedere ad accertamenti o esami, e il 65% ha detto di aver dovuto attendere di più a livello di tempistiche.

Il dottor Martin porta l’esempio degli Usa, dove “la riduzione fino ad un -76% delle prestazioni ambulatoriali durante i lockdown, ha creato di fatto una situazione vissuta dai pazienti cronici come un abbandono del sistema sanitario proprio nel momento di maggiore necessità. La pressione mediatica esercitata sui cittadini per le conseguenze drammatiche della pandemia, l’isolamento, la paura del contagio, l’allontanamento delle persone care, etc, ha portato poi gli individui a sviluppare alcune risposte adattative variabili in base al vissuto di ognuno. Per dare una dimensione al fenomeno, secondo alcuni studi condotti sulla popolazione degli Stati Uniti, le conseguenze psicologiche più frequenti registrate sono state: l’aumento delle crisi d’ansia +400%, soprattutto fra gli adolescenti +70%; l’aumento della depressione +450% ; dell’abuso di sostanze tossiche, alcool e/o droghe e persino l’aumento dei casi di suicidio o tentato suicidio . Lo stato depressivo di nuova insorgenza, poi, si è verificato di più +38% nella popolazione produttiva anche perché legata all’incertezza del futuro lavorativo”. 

Le conseguenze in Italia

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Secondo una ricerca condotta dall’Università del Massachusetts il numero di deceduti a causa delle conseguenze psicologiche della pandemia sarebbe superiore al numero di morti causati dal Covid. E tali conseguenze psicologiche potrebbero durare anche anni. “In Italia l’emergenza Covid-19 ha messo a dura prova i pazienti cronici, tra i quali quelli affetti da patologie gastroreumatologiche e che, attraverso la voce delle proprie associazioni, hanno segnalato oltre 18 milioni di prestazioni sanitarie cancellate tra febbraio e ottobre 2020″, precisa il presidente SIGR, Bruno Laganà. A quanto pare le difficoltà di comunicazione tra pazienti e medico di base sono oltremodo raddoppiate addirittura dal 16% al 33,9%, con 2 persone su 10 che hanno detto di aver avuto problemi di assistenza nel corso della prima ondata.

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Va detto con forza che, per i cronici, non cessano né rallentano le sofferenze fisiche e psicologiche e neppure diminuiscono le necessità di accedere a un’assistenza sanitaria e clinica che non può essere interrotta“, aggiunge il professor Vincenzo Bruzzese, past president SIGR.

Questa situazione impone un’organizzazione sanitaria che affronti in Italia come nel mondo anche queste problematiche”, chiosa il dottor Martin. “Innanzitutto, dovremmo riconoscere e accettare che queste problematiche esistono e possono condizionare in modo importante la qualità di vita delle persone. Quindi, dovranno essere implementate sul territorio tecniche di Counseling che possano aiutare le persone coinvolte a superare la reazione “patologica” sviluppata“.

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