Il Coronavirus “non uccide ovunque allo stesso modo”: i dati

Il Coronavirus “non uccide ovunque allo stesso modo”: i dati. Ecco gli esiti di un’analisi dell’Osservatorio dell’Università Cattolica Roma

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Il Covid-19 “non uccide ovunque allo stesso modo“. È il risultato di uno studio condotto dall’Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni del nostro Paese dall’Università Cattolica di Roma, con direttore Walter Ricciardi e direttore scientifico Alessandro Solipaca. L’analisi, svoltasi sulla base di delle informazioni attualmente disponibili inerenti gli ultimi 2 mesi in Italia e su quelle raccolte quando l’emergenza ha avuto inizio in Europa, ha forniti dati importanti sulla letalità del Covid in Italia.

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Si tratta di una letalità che “si manifesta con estrema variabilità nelle regioni, andando da un massimo del 5,4% dei positivi in Lombardia a un minimo dell’1,3% in Campania, con una media del 3,5% a livello nazionale”, è scritto nello studio. Analizzando il periodo ottobre-dicembre 2020, e più nello specifico i dati dal 12 ottobre al 6 dicembre, si scopre che “i livelli di mortalità per Covid-19 nelle regioni italiane variano sensibilmente, a parità di prevalenza dei nuovi contagi e indipendentemente dalla struttura per età della popolazione residente“.

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Secondo quanto riportato dagli scienziati, è confermato “quanto già emerso sin dall’inizio dell’emergenza Covid-19: la pandemia ha avuto intensità e letalità diverse sia in Italia sia in Europa. Tali evidenze dovranno essere analizzate e comprese dalla scienza medica e dagli esperti di organizzazione dei sistemi sanitari, poiché le differenze riscontrate  non sono attribuibili solo alla fragilità della popolazione anziana, quella più colpita dal virus“.

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