Gf Vip Filippo Nardi: il sessismo senza fine della televisione italiana

Ancora una volta assistiamo alla sagra della volgarità in TV, questa volta il protagonista è il dj Filippo Nardi.

Filippo Nardi al GF Vip

“Quanto mi date se teabaggo la Ruta? Dai facciamolo in due o tre, gliele appoggiamo in fronte” è solo una delle innumerevoli frasi pronunciate da Filippo Nardi nella casa del Grande Fratello Vip, di fronte a milioni di telespettatori. Squallido e inqualificabile, la sua espulsione dal programma era un dovere civile e morale. Eppure, le sue parole sono state trasmesse in diretta nelle case italiane. Le sue parole sono state ascoltate. Le sue parole hanno forse divertito qualcuno. Per l’ennesima volta la televisione è stata veicolo di sessismo, maschilismo, volgarità.
Come se non ne avessimo già abbastanza.

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Sono tante, troppe, le mille forme di violenza che ogni giorno noi donne siamo costrette a subire. Dai commenti urlati dal finestrino dell’auto che ci sfreccia accanto agli uomini che ci seguono di sera mentre torniamo a casa. Il mondo si sente legittimato a fare di noi ciò che vuole, come fossimo dei campioncini gratuiti da testare a piacimento per poi gettare nel sacco dell’immondizia. Filippo Nardi è solo uno dei tanti usurpatori seriali convinti che l’oggettivazione del corpo femminile possa colmare la loro mancanza di virilità e di personalità in generale.

Filippo Nardi e Maria Teresa Ruta

Violenza sessuale: a subirne è più del 30% delle donne

Non si tratta di goliardia né di fare dello humor, tra le donne più del 30% ha subito nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale. Questo numero non è affatto uno scherzo. Ci sono molte di noi che sarebbero tentate dal ripagare questi mezzi uomini con la stessa moneta, obbedendo a un’antica legge del taglione che sì, forse ci darebbe la soddisfazione della vendetta, ma non ci porterebbe di certo molto lontano.

Un primo passo verso l’uguaglianza di genere

Un primo passo è sicuramente quello di rispondere con l’intelligenza di cui siamo dotate e il garbo di cui siamo capaci, come ha fatto Antonella Elia nei confronti di Filippo Nardi:

“Credo tu abbia dimostrato una profonda ignoranza e grande volgarità. Non credo che tu sia dispiaciuto a sufficienza. Non credo tu ti renda conto della tua pochezza intellettuale e umana”.

Il secondo passo è l’azione: denuncia, sensibilizzazione, educazione. Il rispetto e l’uguaglianza di genere sono cose che dovrebbero essere insegnate fin dall’asilo al pari dell’italiano e della matematica. Solo così possiamo sperare di evolverci e di costruire una società migliore, in cui la libertà è di tutti e non solo di qualcuno.

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