Cadaveri nelle valigie a Firenze, arrestata l’ex fidanzata del figlio

La donna, 36 anni, all’epoca della sparizione di Shpetim e Tauta Pasho conviveva con figlio della coppia. E’ accusata di omicidio, occultamento e vilipendio dei due cadaveri

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E’ accusata di omicidio, occultamento e vilipendio di cadavere Elona Kalesha, 36 anni, arrestata questa mattina dai carabinieri a Firenze nell’ambito dell’indagine sul giallo dei due cadaveri ritrovati nelle valigie. Secondo il decreto di fermo disposto dal pm Ornella Galeotti la 36enne, all’epoca della sparizione dei coniugi albanesi Shpetim (54 anni) e Teuta Pasho (52), era la convivente di Taulant Pasho, classe ’87, figlio della coppia.

La 36enne si trova ora nella caserma di Borgognissanti in attesa della convalida del fermo da parte del gip. Le indagini comunque proseguono perché secondo i carabinieri è difficile che Elona possa aver agito da sola.

Il ritrovamento

I resti di Shpetim e Teuta, scomparsi nel novembre del 2015, erano stati ritrovati per caso a inizio mese da un anziano contadino mentre stava lavorando nel fossato in fondo al suo orto. Il pensionato si dice certo che due anni fa non ci fossero, perché aveva ripulito tutta l’area.

Le indagini si erano subito concentrate su un appartamento in via del Pantano, poco distante dal carcere di Sollicciano, dove Taulant viveva con la fidanzata Elona. E secondo gli inquirenti sarebbe la cantina il luogo dove tutto avrebbe avuto inizio. La casa sarebbe infatti stata oggetto di segnalazioni fatte da alcuni condomini per un odore nauseabondo, tipico dei cadaveri putrefatti, che ne fuoriusciva. Odore cessato nel 2018, anno in cui gli inquilini sono stati sfrattati.

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Taulant Pasho

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Il giallo dei soldi

Taulant Pasho, però, era già irreperibile dal 2016, anno in cui si è evaso dai domiciliari per buttarsi in latitanza. Era stato condannato per narcotraffico. L’uomo è ora detenuto in un carcere svizzero per furto e avrebbe perfino cambiato cognome per sfuggire alla giustizia italiana.

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Al giallo si aggiunge un ultimo tassello: mancherebbe infatti all’appello anche una cospicua somma di denaro – compresa tra i 40 e i 50mila euro – che Pasho jr. aveva ottenuto da un’assicurazione come risarcimento per un incidente.

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