Crisi di governo, potrebbe esserci una data per la fine del Conte bis

Continuano le provocazioni di Matteo Renzi (Iv) nei confronti del suo stesso governo: la resa dei conti sarà nei primi giorni del 2021.

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Matteo Renzi, leader di Italia viva. Credit: Matteo Renzi Facebook

Potrebbe esserci una data per la fine del Conte bis. La rottura definitiva tra Matteo Renzi, leader di Italia viva, e il suo stesso governo potrebbe avvenire nel primi giorni del 2021. Per iniziare il nuovo anno in bellezza. Nel frattempo il resto della maggioranza si divide tra chi crede che quello dell’ex sindaco di Firenze sia un bluff e chi invece lo sta prendendo seriamente, consigliando al presidente del Consiglio Giuseppe Conte di prevenire le sue mosse per evitare che il governo giallorosso cada veramente.

La situazione attuale

Al momento l’esecutivo è spaccato. Ieri, lunedì 28 dicembre, Renzi ha tenuto una conferenza stampa in diretta su Facebook per presentare il progetto “C.I.A.O.” sul Recovery Fund. Un nome che sta per Cultura, Infrastruttura, Ambiente, Opportunità, ma potrebbe sembrare una provocazione nei confronti del premier dal momento che il senatore di Italia viva ha fatto chiaramente intendere che, se il suo piano non dovesse essere accettato, aprirebbe la crisi. Un’imposizione che Conte aveva già spiegato di non gradire. Ma non sono solo le condizioni di “prendere o lasciare” che minano la stabilità del governo: il documento stilato dai renziani è irricevibile dalla maggioranza attuale.

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Perché il C.I.A.O. è irricevibile?

Il progetto di Renzi verte su un punto fondamentale: mettere su cultura e turismo i 9 miliardi del Recovery Fund previsti per la Sanità. E finanziare la spesa sanitaria con il Mes, il Meccanismo europeo di stabilità. Questo tuttavia non può essere accettato da Conte vista la categorica contrarietà del Movimento 5 stelle sull’utilizzo del Fondo Salva Stati. Non solo. Una crisi di governo era già stata sfiorata all’inizio di dicembre, proprio sul tema Mes. Al momento di votare la risoluzione sulla riforma dello strumento europeo – e così dimostrare la tenuta del governo – i pentastellati avevano deciso all’ultimo di tutelare la maggioranza ed evitare la rottura. A patto, però, che l’Italia non vi facesse ricorso.

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Un punto di stallo

Sembra dunque che il capo di Palazzo Chigi si trovi in un punto di stallo: se accettasse le minacce di Renzi, e usasse il Mes, il M5s aprirebbe la crisi. Se invece tutelasse gli interessi dei grillini, sarebbe Renzi a salutare la maggioranza. Mancano pochi giorni per sapere come andrà a finire il dibattito: il tempo di festeggiare il Capodanno e si torna in Aula per decidere definitivamente come verranno distribuiti i fondi del Recovery Plan. Tutto dipende dalla capacità di Conte di interpretare al meglio le mosse – e le vere volontà – di Renzi.

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