Rider rapinato a Napoli, fermati i sospettati: ci sono anche dei minori

Rider picchiato e rapinato a Napoli: fermati i presunti responsabili. Tra loro ci sarebbero anche dei minorenni. Prosegue la gara di solidarietà per il 50enne aggredito

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Un momento della rapina – MeteoWeek

Fermate dalla Polizia le persone sospettate di essere gli autori della rapina ai danni di Gianni Lanciano, un rider 50enne padre di due figli, avvenuta la sera del 2 gennaio in Calata Capodichino a Napoli. Tra i fermati ci sarebbero anche dei minori e gli agenti della Questura hanno anche recuperato il motorino rapinato. La scena della rapina, ripresa con il cellulare da un cittadino, aveva fatto scalpore per la sua brutalità: in sei accerchiano il rider, lo picchiano e poi lo trascinano a terra portandogli via il motorino. Il tutto in piena zona rossa.

Parlano il rider e il sindaco

“Quando mi hanno intimato di consegnare il motorino, ho provato a resistere urlando ma non ho avuto paura perché ho solo provato a difendere qualcosa di mio, utile alla mia famiglia“, ha commentato il rider dopo l’aggressione. E dopo aver visto le immagini della rapina ha aggiunto: “Quanta crudeltà. Sono ragazzini ma non dovrebbero agire così“.

Anche il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, ha detto la sua su quanto avvenuto: “L’aggressione al rider avvenuta a Napoli è una pagina indegna e criminale in un momento così terribile. Evidenzia la precarietà di un lavoro non di rado espletato senza adeguate garanzie; la violenza di una banda di criminali che agisce indisturbata senza che nessuno intervenga; la desertificazione dei territori dovuta a una pandemia che sta piegando le nostre città. (…) Solidarietà della città di Napoli al lavoratore aggredito e vicinanza a tutti quelli che non si fermano nonostante, non di rado, lavorino in condizioni davvero inaccettabili“.

La rabbia di Borrelli

Sulla vicenda era intervenuto anche il consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli. “È incredibile quanto avvenuto: è come andare a rubare i soldi dell’elemosina in una chiesa; una violenza morale e fisica quella di sottrarre l’unico mezzo di sostentamento a un povero lavoratore precario impegnato per quattro spiccioli per ore e ore”, ha detto. Chiedendosi poi come sia possibile che “ancora oggi sfilino in città sei delinquenti senza casco su due motorini con tutti i controlli che ci sono per il rispetto delle norme anti-Covid. È assurdo. Ora basta. In questa città la proclamazione della legalità non può essere solo un esercizio verbale”.

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La gara di solidarietà

Immediatamente dopo l’episodio, su Go Founding, si è attivata la catena di solidarietà per raccogliere i fondi da destinare all’uomo necessari a comprare un nuovo motorino. In poche ore, sono stati raccolti oltre 11mila euro. Tra le donazioni più cospicue spicca quella di Mohamed Fares, 24 anni, difensore algerino della Lazio. Il calciatore è l’utente che fino a questo momento ha offerto la somma più alta. Un gesto ammirevole e per nulla scontato.

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“Sulla mia pagina Facebook – continua Francesco Emilio Borrelli – ci sono già tante dimostrazioni di solidarietà concreta tra cui quella di un calciatore che ha offerto 2.500 euro. Ci sono diversi imprenditori napoletani che, malgrado il periodo di crisi, hanno offerto posti di lavoro“. E conclude: “Diversi rider mi hanno fatto sapere che spesso vengono aggrediti al fine di sottrarre loro gli incassi. In ogni caso i protagonisti dell’aggressione a Calata Capodichino sono dei vigliacchi. Si sono accaniti in sei contro un 50enne”.

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