Superlatitante condannato a 30 anni arrestato da Polizia e Carabinieri

Francesco Cirillo era in fuga da due mesi, dopo la condanna a trent’anni di reclusione per un omicidio avvenuto nel 2008. Spettacolare operazione di cattura

Polizia e Carabinieri lo hanno dovuto inseguire sulla facciata del palazzo dove aveva cercato di arrampicarsi in un ultimo, disperato, tentativo di fuga. É stato finalmente arrestato dopo diversi mesi di latitanza Francesco Cirillo, pregiudicato condannato a trent’anni di reclusione per l’omicidio dell’imprenditore Domenico Noviello, avvenuto nel 2008.

Superlatitante in fuga

È stata una cattura estremamente spettacolare e rocambolesca quella di Cirillo, ricercato da oltre due mesi dopo che era scappato immediatamente dopo l’ufficializzazione della sua condanna in via definitiva per l’omicidio dell’imprenditore Domenico Noviello, che aveva osato ribellarsi al racket. Alle indagini hanno lavorato non soltanto la procura di Napoli, gli uomini specializzati della Sezione Catturandi ma anche gli agenti della Squadra Mobile di Caserta della Polizia di Stato che quelli del Nucleo Investigativo di Caserta dei Carabinieri. Una vera e propria operazione congiunta per cercare di catturare quello che era considerato uno dei latitanti più pericolosi d’Italia. La collaborazione tra militari e agenti è stata perfetta.

Arresto vicino a casa

Cirillo è stato sorpreso in un appartamento di Acerra, non lontano da dove aveva vissuto gli ultimi anni prima della condanna definitiva. L’abitazione era quella di un capofamiglia incensurato che viveva con moglie e figlia. Gli inquirenti, in questo momento, stanno cercando di vagliare quella che è la loro posizione.

La cattura di Cirillo, ovviamente, è un motivo di profonda soddisfazione per le amministrazioni e le forze dell’ordine: “La fuga del latitante era una profonda riferita non soltanto per i familiari di Domenico Noviello ma anche per tutta la comunità – dice Nicola Morra, presidente della commissione parlamentare antimafia – riconsegnare Cirillo alla giustizia era un atto dovuto che le istituzioni sono riuscite a garantire in un tempo ragionevole”. Cirillo era scappato dalla sua abitazione il 20 novembre scorso.

Emozionata e quasi incredula dopo la cattura del superlatitante Mimma Noviello, la figlia della vittima: “Si chiude finalmente il capitolo giudiziario della vicenda che ha coinvolto mio padre Domenico, ora si può affermare che la giustizia ha fatto il suo corso”.

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Due mesi in fuga

Stando alla ricostruzione di quanto è avvenuto parte che nei suoi due mesi di fuga Cirillo, che ha moglie e due figli, avesse cambiato parecchie dimore, quasi sempre tra Caserta e Napoli. In una circostanza l’esponente dei Casalesi avrebbe trovato ospitalità in un’abitazione di Roma. Ma poi è sempre tornato nei suoi territori.

Per il superlatitante ora si aprono le porte del carcere dopo un iter processuale travagliato, con la condanna definitiva arrivata dopo ben due pronunce della Corte d’Appello di Napoli – la prima era stata di assoluzione – e della Cassazione.

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I sicari di Noviello colpirono la vittima con decine di proiettili, il 16 maggio del 2008 a Castel Volturno. I killer erano quelli del Clan dei Casalesi agli ordini del sanguinario boss Giuseppe Setola. Cirillo avrebbe partecipato alla pianificazione del delitto. Era l’uomo denunciato e identificato da Coviello nella sua prima denuncia, condannato nel 2001 dopo la denuncia di Domenico Noviello e del figlio Massimiliano, che vive ancora oggi tuttora sotto scorta.

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