Crisi di governo, Emma Bonino dice no al “Conte-ter” ed invoca la maggioranza Ursula

Secondo giorno di Consultazioni al Quirinale. Emma Bonino ribadisce il suo no ad un “Conte-ter” e tira in ballo la “maggioranza Ursula”. 

È stato Romano Prodi a usare per la prima volta il termine “maggioranza Ursula”. Ed ora, nel secondo giorno di consultazioni al Quirinale, è tornato come un eco, stavolta proferito dalle labbra della senatrice Emma Bonino. Allora, quando lo usò il “professore”, era l’estate del 2019, poco prima del “Conte-bis”. Proprio “Maggioranza Ursula” fa riferimento alle forze politiche che, nel luglio 2019, votarono a Strasburgo Ursula von der Leyen, futura Presidente dell’Unione Europea. Una maggioranza composta da Pd, M5s, Popolari europei (di cui fa parte anche Forza Italia). Furono allora decisivi i voti dei 5 Stelle, mentre oggi un ruolo di prima linea potrebbe giocarlo proprio Forza Italia. La scelta filo-europeista potrebbe essere la strada per uscire dalla crisi e in effetti, in questa crisi tutta italiana, c’è molto d’Europa. Così come c’è molto d’Europa nel nuovo gruppo parlamentare nato proprio a sostegno del Conte-ter: un gruppo tutto dal sapore europeo ma che manca di posizioni, idee, programmi politici concreti.

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Dunque una maggioranza perno, quella proposta da Emma Bonino, che unisca Pd-M5s-Leu, di stampo europeista e che includa Forza Italia. Escluse Lega e Fratelli d’Italia, ma potrebbero anche aderire + Europa, Cambiamo Idea e Udc. Uno scenario possibile solo se Conte e i pentasellati vincessero sull’esclusione dei renziani. Già, perché la maggioranza Ursula non esclude Italia Viva: il partito di Matteo Renzi, che salirà questo pomeriggio da Mattarella per le consultazioni, resterebbe fuori per i precedenti di questi giorni con Conte. Non è tra l’altro arrivata conferma da parte di Forza Italia.

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“No ad un Conte-ter”

Emma Bonino, salita al Colle con senatore di Azione Matteo Richetti e con il deputato di +Europa Riccardo Magi, ha spiegato la scelta dei due partiti di non appoggiare un Conte-ter ma anche chiarito di non aver fatto alcun nome per lasciare la responsabilità al presidente Sergio Mattarella. “Abbiamo rappresentato al presidente che non sosterremo un tentativo di riproporre un governo con l’attuale presidente del Consiglio perché se servono un rilancio e una svolta non possiamo sostenere la semplice continuità dell’attuale presidente del Consiglio”, ha spiegato Bonino. Poi il riferimento al neonato gruppo parlamentare, senza alcuna coerenza politica ma che utilizza il richiamo all’europeismo senza fondamento. Bonino ha poi posto l’attenzione sulla legge elettorale, ribadendo il no al proporzionale, e soprattutto sul Recovery Plan: “Quello fatto circolare dal governo è improponibile, spero lo riescano a correggere radicalmente, a partire dall’errore che vede impegnati 13 miliardi in più di quelli assegnati all’Italia. Sono svarioni che non aiutano la credibilità di una classe dirigente in ambito europeo”.

 

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